Shadowland - The Necromancer's Castle

Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:38 min.
Etichetta:No Regrets Records

Tracklist

  1. LIGEIA
  2. THE NECROMANCER'S CASTLE
  3. WALKING IN SHADOWS
  4. RISING TIDE
  5. WARHOUND
  6. REMAINS
  7. EASY LIVIN'
  8. PRETTY FACES

Line up

  • Cedric: bass
  • Dave: drums
  • Jeff Saint Filmer: guitars
  • Tanya Finder: vocals
  • Al Bulmer: guitars

Voto medio utenti

Con una copertina che mi ha un po' rimandato ai tempi degli Heavy Load, arrivano al debutto anche gli statunitensi Shadowland, quintetto proveniente da New York City, intitolato "The Necromancer's Castle". Nati nel 2018, la band ha già avuto modo di affilare le unghie prima di presentarsi con il loro primo lavoro sul mercato musicale, pubblicando prima un demo nello stesso anno, e poi un ottimo EP, "The Watcher" nell'estate del 2019. Firmato poi con un contratto con la No Regrets Records, gli Shadowland hanno potuto mettere sul mercato un disco fatto e confezionato per i veri true metaller della popolazione mondiale.

"The Necromancer's Castle" chiama all'ascolto tutti i fan di gruppi come Saxon, Tygers Of Pan Tang, i Riot fine anni 70', e Judas Priest. Ritmi più veloci e altre volte più sostenuti, ma sempre coinvolgenti e che quasi mai portano a voler skippare la canzone attualmente in riproduzione, tutto questo fa di questo debut album un ascolto quasi obbligato per tutti gli amanti del genere.

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Complice anche la voce energica e ruggente di Tanya Finder, che dona a pezzi come la Titletrack o l'aggressiva "Warhound" un pizzico di carisma in più, l'album scorre generalmente bene, e anche dove il mood generale rallenta (anche se di poco) in mid tempo dall'aura più melodica, prendete ad esempio "Remains" con il suo ritornello sognante, o l'acceptiana "Walking In The Shadows", la band dimostra comunque di saper gestire in maniera pregevole i diversi cambi di tempo. Funziona anche la produzione, capace di allontanare per un momento i suoni iper compressi degli ultimi anni, e che trasporta magicamente per quasi 40 minuti al 1981, e dove il basso non è relegato a mero accompagnatore, ma diventa in molti punti del disco vero e proprio protagonista, ascoltate "Rising Tide" per capire meglio.

Mettete su le vostre battle jacket e non abbiate timore nell'ascoltare "The Necromancer's Castle", seppur in certi momenti la sensazione di già sentito potrà riaffiorare, sarà una sensazione positiva che sicuramente non mancherà di mettervi su un bel sorriso.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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