Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:41 min.
Etichetta:Elevate Records

Tracklist

  1. THE LIGHT
  2. BLOOD IS NOT WATER
  3. THE TOMMORROW OF OUR SONS
  4. THE 7 HEADS DRAGON OF OSOPPO
  5. LANDING OF THE GODS
  6. ALREADY LOST
  7. FALLING STARS
  8. BATTLE OF FRIGIDUM
  9. EDEN
  10. TEMPLE OF LOVE
  11. ALLITERATIO

Line up

  • Jonathan Vanderbilt: guitars, vocals
  • Jacopo Novello: bass
  • Simone Cescutti: drums

Voto medio utenti

"Run to the Celtis Hills... Run for your life..."

Non vorrei però portarvi fuori strada, infatti, il nuovo album dei friulani Celtic Hills non ci racconta storie sui pellerossa, ma nemmeno si limita a leggende e miti celtici: i riferimenti principali sono i Misteri Eleusini (riti religiosi dell'antica Grecia). Da qui il titolo dell'album, "Mystai Keltoy", anche se poi nel corso del disco saranno diversi i misteri affrontati.

Avevamo già incrociato la formazione di Jonathan Vanderbilt in occasione dell'esordio "Blood Over Intents", cui era seguito l'EP "Schrage Musik", e con il nuovo lavoro è subito evidente come i vari appunti che avevo rivolto all'epoca ai Celtic Hills, siano stati affrontati e spesso risolti brillantemente. "The Light" lascia subito il segno, una ruvida e scattante opener all'insegna di un Power&Speed Metal ottantiano, dove sono ben evidenti i progressi dei Celtic Hills, che nell'occasione vengono tuttavia penalizzati da una resa sonora poco efficace. La seguente "Blood Is Not Water" è ancora più incisiva e martellante, con un Vanderbilt declamatorio e decisamente più in palla rispetto all'esordio, sia nel guitarwork sia (e soprattutto, direi) a livello vocale. E non si tratta di un caso, visto che poi nel suo prosieguo l'album non presenta cadute di tono, anzi, piazza almeno un altro paio di episodi che ne alzano il livello, come nel caso di "The 7 Heads Dragon of Osoppo" o della serrata e irrequieta "Falling Stars". Un po' a sorpresa nel finale del disco troviamo tre brani che si allontanano dalle atmosfere fortemente Heavy perseguite sino a questo punto, prima con il Power Metal Sinfonico di una "Eden" interpretata dalla brava Germana Noage (voce dei concittadini Aetherna), poi con il Gothic Rock di "Temple of Love" e infine con la conclusiva "Alliteratio", cantata in italiano e che pare unire soluzioni Hard&Heavy a quelle pulsazioni espresse dalla miglior New Wave italiana dei primi anni ottanta.

I Celtic Hills sembrano aver trovato il giusto equilibrio tra cuore e testa, mancano solo il supporto di un produttore e di una registrazione sonora che siano in grado di portarli a fare il definitivo salto di qualità.

La strada è, comunque, quella giusta.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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