Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:55 min.
Etichetta:Small Stone Records

Tracklist

  1. FOURTH DIMENSION
  2. IN THE MIRE
  3. MAGMA
  4. BROTHERHOOD OF ETERNAL LOVE
  5. SLEEPY WARM
  6. THE GREAT DIVIDE
  7. KARMA
  8. THE FALL
  9. ALPHA
  10. THE ORACLE
  11. TERRA
  12. DOOM MACHINE
  13. GOD FEEDS THE SWINE (BONUS TRACK)
  14. FEEL SURREAL (BONUS TRACK)
  15. RED ATLANTIS (BONUS TRACK)

Line up

  • Johnny Lee: vocals
  • K. Raffah: guitar
  • Ricardo Ferreira: bass, vocals
  • J. Garcia: drums

Voto medio utenti

I portoghesi Miss Lava hanno all'attivo diversi album ed Ep e sono veterani in ambito stoner-rock, con un buon seguito specialmente in patria. Il loro nuovo "Doom Machine" nasce purtroppo all'indomani di una devastante tragedia: la prematura morte del figlio del chitarrista K. Raffah, scomparso ad un solo mese dalla nascita. Davvero un evento triste.
Stando alle dichiarazioni della band, molti dei testi presenti nel disco sono stati ispirati proprio da sentimenti di ineluttabilità del destino, dal rapporto tra la vita e la morte, dalle intense emozioni che scaturiscono da vissuti personali così drammatici.
Però non bisogna farsi trarre in inganno nè da questo, nè dal titolo dell'album. Non ci sono particolari concessioni al feeling doomy, se non un lontano eco di sottofondo. Lo stile dei lusitani è consolidato da tempo: classico stoner-rock con un timbro scandinavo. Molto vicino alle cose di Truckfighter, Dozer, Lowrider, con il loro carico di chitarrismo fuzz, melodie placide con una spolverata di malinconia, ritmiche robuste e qualche vibrazione psichedelica e narcotica.
Groove viscoso e battagliero (un pò FuManchiano) con qualche stacco arioso ("The oracle", "Feel surreal"), brani trascinanti e lievemente oscuri ("Fourth dimension", "The fall") dal tiro decisamente heavy e dall'atmosfera vagamente iperborea, pezzi sparati in-your-face con pura attitudine live ("In the mire", "Sleepy warm") da seguire scapocciando per la stanza, trip-song lisergiche e ben congegnate ("Brotherhood of eternal love", "The great divide") che esplorano le derivazioni più psych del filone stoner tra muri di distorsioni e linee vocali accattivanti.
Molta energia, tanta esperienza, ottima competenza nel genere. Certo, un sentore di già sentito è sicuramente presente (vedi Red Fang), ma i ragazzi di Lisbona riescono comunque ad esprimere un sound ricco di passione, grinta e dedizione. Non particolarmente originale, ma solido nella sua fedentà ai canoni del genere. Consigliato agli stoner-addicted.

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