Copertina 7

Info

Anno di uscita:2006
Durata:51 min.
Etichetta:AOR Heaven
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. DRIVE
  2. LET IT RAIN
  3. RUN FOR YOUR LIFE
  4. THE INNOCENT ONES
  5. SAVE YOURSELF
  6. FAST TIMES
  7. IN YOUR DREAMS
  8. ALL THE WAY HOME
  9. SHE WANTS TO BE A STAR
  10. GLORYLAND
  11. BREAK MY HEART
  12. SILENT SCREAM
  13. MONEY TO BURN
  14. UNREQUITED LOVE

Line up

  • Gregg Fulkerson: vocals, guitar
  • Bryan Wolski: bass

Voto medio utenti

Ne avevo solamente sentito parlare, e in termini alquanto favorevoli, di questi Blue Tears, originari dello Stato americano famoso per il whisky Jack Daniel's e per la sua capitale Nashville, culla del country (il Tennessee, per gli astemi e per chi odia le “radici” della musica yankee!), senza aver mai avuto l’occasione di ascoltare né il loro debutto omonimo del 1990, né le più recenti ristampe su Cd del materiale inedito accumulato negli anni.
L’opportunità di colmare questa lacuna mi viene offerta dalla AOR Heaven, che accorda la sua fiducia alla band (anche se il termine è abbastanza improprio, visto che allo stato attuale si tratta sostanzialmente di un semplice “duo”) fondata da Gregg Fulkerson e pubblica quest’album nuovo di zecca intitolato “The innocent ones”, in cui è abbastanza evidente che quanto di buono si era detto e scritto sul talento del buon Gregg (le cui canzoni, ricordiamolo, sono state incise anche da Tim Karr e Michael Sweet), rispondeva a verità, così come appare chiaro che i suoi referenti dal punto di vista musicale e vocale sono, in effetti, Def Leppard, Bon Jovi e Bruce Springsteen, omaggiati in maniera copiosa anche in questo platter che rappresenta, dopo la parentesi del 2003 con gli Attraction 65, un vero ritorno al suo “primo amore”.
L’hard eighties molto melodico dei Blue Tears, nonostante una certa familiarità dei suoni, riesce molto spesso ad essere piacevole e, per meglio dire, a divertire, entrando in modo insinuante, nei suoi numerosi episodi alquanto riusciti, direttamente in circolo nell’organismo dei cultori del genere, i quali si ritroveranno, quasi senza accorgersene, a canticchiare (a me e capitato sull’autobus e non credo che gli altri passeggeri abbiano gradito, viste le mie … ehm … doti canore!) “Drive”, “Let it rain” (bello il clima leggermente “tenebroso”), “Run for your life”, “Fast times”, “In your dreams” o il classico anthem adatto agli “ampi spazi” di “She wants to be a star”, magari subito dopo aver visto sbocciare sulle labbra un sorriso istintivo di compiacimento, ricordando i tempi in cui il bel Jon (soprattutto) e i Leppard imperversavano alla grande.
“Save yourself” e “All the way home” sono graziose ballate di stampo adulto, a chi ama un approccio dall’orientamento pop-rock consiglio “Silent scream” (nel coro si assiste quasi ad una “bizzarra” ibridazione tra Simple Minds e Billy Idol), mentre per chi preferisce, invece, le performance intense e viscerali care al “Boss”, ritengo “Gloryland” e “Money to burn”, due situazioni che potranno stimolare più di qualche scossa di soddisfazione.
Il disco non è “perfetto”, è alquanto dipendente, la sua resa sonora non è travolgente e manca un minimo di quella “profondità” e “ricchezza” strumentale che una formazione vera e propria avrebbe potuto garantire, ma come già detto, le canzoni sono belle, piacciono in modo schietto e se non ci si preoccupa troppo di analizzarle minuziosamente in tutti i loro dettagli “filosofici”, sanno come farsi apprezzare. Welcome home Gregg!
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.