Joyless - Wisdom & Arrogance (Reissue)

Copertina 7

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2018
Durata:48 min.
Etichetta:ATMF

Tracklist

  1. DIVINE
  2. CLOSE TO GOD
  3. STAND
  4. ISN'T IT NICE?
  5. THE NAILS
  6. TRANSPIRE
  7. WHY SHOULD I CRY?
  8. TRUST ENDORSE
  9. ROOM OF VELVET SPLENDOUR
  10. INGENTING
  11. VINTERNATT
  12. STALINGRAD

Line up

  • Olav Berland: Guitars, Bass, Drums, Vocals
  • Nylon: Guitars, Keyboards, Vocals, Harmonica
  • Ida Hellebø: lead vocals

Voto medio utenti

Uscita insieme ad "Unlimited Hate", la ATMFha pubblicato una reissue anche del secondo album dei Joyless, ovvero "Wisdom & Arrogance", uscito nel 2000.

Il disco in questione ha segnato un totale cambio di rotta per la band, oltre ad un cambio di line-up con l'entrata in scena della cantante Ida Hellebø al posto di Thomas Torkelsen. Il sound passa qui da un black metal contaminato dalla presenza delle tastiere e da influssi new-wave a un depressive rock etereo, impreziosito dalla voce melodica della nuova cantante.

"Divine", la prima traccia, è simbolica dell'intero album: si apre con un riff di chitarra leggero, sommerso dalle tastiere. In mezzo a questa atmosfera eterea si fa strada la voce di Ida Hellebø che ci trasporta in un'atmosfera intrisa di malinconia new-wave su cui dapprima parla ed infine ci lascia con un ritornello melodico davvero interessante.
La successiva "Close to God" continua il discorso del pezzo precedente amplificando il tutto. La traccia è più sperimentale e il ritornello davvero coinvolgente e particolare vi rimarrà in testa in un modo non convenzionale. Non si tratta di un ritornello particolarmente immediato, ma semplicemente ben strutturato e per nulla banale. A mani basse la migliore dell'intero album.

"Stand" invece è una traccia a mio parere non proprio ben riuscita. La cantante ripete una frase seguita dal grido della parola "stand!" seguito da altri urletti, il tutto su un riff di chitarra di tre minuti. L'ho trovata a tratti fastidiosa e il primo punto basso dell'album dopo due tracce molto valide.
Per fortuna subito dopo arriva "Isn't It Nice" a salvare la situazione. Qui la band consegna uno dei pezzi più orecchiabili dell'album, che ho particolarmente apprezzato, soprattutto grazie ad un ritornello incisivo.

Dopo l'intermezzo "The Nails" davvero d'atmosfera in cui la cantante della band recita una poesia scritta per l'occasione, l'album cambia completamente faccia nella sua seconda parte. Si passa, infatti, dal depressive rock misto a new wave ad un rock più spinto, specialmente in "Transpire", che è basata su un riff con influenze blues rock.
Questo cambio cozza molto con l'atmosfera proposta e, personalmente, ha rovinato un po' il mio ascolto, ma fortunatamente le tracce successive ci riportano sul sound della prima metà dell'album.

In particolare, la lunga e conclusiva "Room of Velvet Splendour" è davvero un ottimo pezzo basato su un riff di chitarra davvero accattivante. Ha tenuto alta la mia attenzione nonostante la lunghezza e ho particolarmente apprezzato la fusione della voce maschile con quella femminile e il fatto che qui siano come sommerse dalla musica, rendendo il sound più etereo e delicato e allo stesso tempo malinconico.

Le ultime tre tracce sono da intendere come bonus tracks di questa edizione e sono tratte dallo split del 2005 "Uppgivet hjärta / Eidyllion" insieme ai Woods of Infinity. Canzoni molto brevi che lasciano poco in sè, ma che senza dubbio risultano gradevoli e in linea con l'atmosfera dell'album. Un aggiunta probabilmente dedicata ai fan della band, che altro non sono che il target principale di questa remastered.

"Wisdom & Arrogance" è un buon album, decisamente più ordinato del precedente poichè resta abbastanza fedele al sound che propone, seppur con qualche deviazione non proprio delicata. L'ascolto fluisce nei suoi 40 minuti e la produzione non eccelsa è qui quasi un pregio e rende l'atmosfera proposta ancora più leggera e impalpabile, anche se decisamente pessimista. Il mix di sensazioni che mi ha trasmesso l'ho trovato interessante e consiglio l'ascolto agli amanti di queste sonorità e anche ai curiosi, poichè non si tratta affatto di un disco difficile. Potreste rimanerne sorpresi.
Recensione a cura di Andrea Insalaco

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