Copertina 5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2005
Durata:40 min.
Etichetta:Regain
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. WEST NILE
  2. SUNNYDALE HIGH
  3. DISHONOR KILLINGS
  4. GP FIX
  5. BE
  6. FAME GETS YOU OFF
  7. FLESH FOR FANTASY
  8. RED
  9. WIDOWS AND ORPHANS

Line up

  • Alan Tecchio: vocals
  • Jack Frost: guitars
  • Dennis Hayes: bass
  • Jeff Curenton: drums

Voto medio utenti

Ancora una volta, non ci siamo. Con tutta la simpatia che possa nutrire nei confronti del sempre più tradizionalista alfiere del heavy metal più classico e spartano, ancora una volta un nuovo lavoro di Jack Frost lascia davvero pochi dubbi sulla sua (scarsa) qualità. La macchina Seven Witches continua il proprio cammino con una marcia puntuale e ostinata, alla media di quasi sei dischi in sei anni di attività, ma purtroppo il lato qualitativo delle release targate dalla formazione statunitense non rendono proprio onore alla dedizione e all'impegno dimostrato. "Amped" vede, come sembra oramai essere tradizione della band, rimescolare nuovamente le carte per quel che riguarda la line up, in particolare per il ruolo di singer, dal 2002 ad oggi ricoperto in ordine da Wade Black, James Rivera e infine Alan Tecchio. Cambiano i nomi celebri dietro al microfono, ma non la sostanza: anche questa volta a nulla o quasi è servito scomodare l'illustre voce di Watchtower e Hades, così come a poco era servito utilizzare le voci di Crimson Glory e Helstar per interpretare le composizioni del buon Jack. Il problema vero (e grosso) sta proprio qui, nella semplicità, bonarietà e intuitività davvero eccessive delle idee partorite dalla mente del mainman che si cela dietro le sette streghe. Apprezzabile per quanto si vuole la coerenza, lo spirito, la fede e tutto questo genere di cose, la sostanza che poi compare sui dischi di questa band è oramai da troppo tempo pericolosamente al di sotto dei comuni livelli di sufficienza. Spaventa ancor di più che a poco servano le illustri collaborazioni di cui sopra per cercare di rendere un minimo interessanti dischi come quello in questione: il lavoro di Tecchio è apprezzabile, ma alle prese con brani insipidi e di poca portata, nessuno credo possa fare miracoli. Senza infierire oltre, credo che chiunque voglia giudicare obiettivamente il lavoro svolto da Frost in questi ultimi anni, si possa trovare in accordo, con toni più o meno vivaci, con quanto fin qui detto.
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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