Copertina 6,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2016
Durata:59 min.
Etichetta:Karisma Records

Tracklist

  1. THE GATES OF ISHTAR
  2. SHADOW OF THE KING
  3. FORGOTTEN ONE
  4. ASTRAL FLIGHT
  5. THE EMPEROR'S LETTER
  6. ENDLESS OCEAN BLUE
  7. TOTAL ABSENCE

Line up

  • Knut Erik Grøntvedt: vocals
  • Erlend Engebretsen: keyboards
  • Stig Selnes: guitars
  • Lasse Lie: bass
  • Audun Engebetsen: drums, percussion

Voto medio utenti

I Fatal Fusion si muovono su quella sottile linea di confine che separa il "tributo" dal "plagio". Lo fanno con giudizio (l'esperienza è comprovata), ma lo fanno. Il quintetto norvegese non nasconde il proprio amore per il prog degli Anni Settanta ma allo stesso tempo sembra voler giocare alla "caccia al tesoro" con i propri ascoltatori che tentano di far risalire questa o quell'altra idea alle loro legittime fonti.

La breve, marziale e orientaleggiante "The Gates Of Ishtar" sfocia nella riuscita "Shadow Of The King", dove ai tratti arabeggianti si aggiungono quelli fiabeschi/narrativi: l'incedere è kashmiriano, e non mancano i riferimenti a certo neo-prog (Pendragon e IQ su tutti) o a esperienze più recenti (penso ai Transatlantic). Il cantante Knut ricorda (molto) vagamente John Wetton, ma ha comunque una sua personalità. Si prosegue con "Forgotten One", bucolica e dall'arrangiamento pop, con tanto di omaggio lirico a "Tommy". "Astral Flight" è uno strumentale dove emergono le influenze Sixties e l'amore per i King Crimson dei primi anni. "The Emperor's Letter" è emblematica rispetto a quanto scritto in apertura: il mellotron in evidenza non può non ricordare l'attacco di "The Court Of The Crimson King", così come il break strumentale non riesce a celare una vena romantica palesemente rétro. Discorso simile si può fare per "Endless Ocean Blue", in tutto e per tutto assimilabile a "Echoes" dei Pink Floyd (dalla struttura alla doppia voce in parallelo della melodia principale), con l'inciso rubacchiato a "Radioactive Toy" dei primissimi Porcupine Tree. La chiusura è lasciata alla titletrack, che questa volta prende a modello "Supper's Ready" dei Genesis, sia nell'introduzione (ascoltate l'arrangiamento delle chitarre) che nella coda dal carattere epico. La parte centrale, vagamente più heavy, è forse l'unica sezione davvero prolissa dell'intero full-length.

"Total Absence" non è un brutto disco, anzi, per almeno il 90% della sua durata scorre che è un piacere. Mi chiedo solo a chi devo dare il voto: ai Fatal Fusion o ai Genesis/Pink Floyd/King Crimson/...? La domanda è retorica, lo so, ma è giusto farsela...
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.