Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:41 min.
Etichetta:Go Down
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. OUT OF THE SIGNS
  2. GROUND
  3. I’LL BE GONE
  4. FUN
  5. SPIRIT
  6. LIKE A FLOOD
  7. TAKE MY HANDS
  8. LONELY
  9. LOVE

Line up

  • Alice Albertazzi: vocals
  • Pippo De Palma: guitar
  • Franco Romanelli: bass
  • Andrea Insulla: drums

Voto medio utenti

Da tempo sostengo che la scena Italiana nell’ambito heavy alternativo (stoner, psych, doom) per quanto ristretta e sotterranea risulti una delle più vivaci ed interessanti in assoluto, sia per qualità che per varietà della proposta. Alla lunga lista di nomi nostrani dei quali ho avuto il piacere di occuparmi, da Ufomammut a That’s all Folks!, da Wicked Minds a Thunderstorm, ecc, si aggiunge ora quello dei bolognesi Alix, ed è un moniker che vale la pena di segnarsi a chiare lettere.
Il gruppo non è una novità assoluta per i più attenti cultori del genere, infatti si sono formati nel ’95 e vantano già tre lavori in studio oltre ad un’attività concertistica di tutto rispetto, con l’apice nei tour Europei insieme a gente come Dozer e The Hidden Hand, ultima creatura del gigante “Wino” Weinrich.
Adesso pubblicano il quarto album per la neonata Go Down, la quale ha già in cartello gli ottimi Ojm, mettendo a frutto tutta l’esperienza accumulata nel tempo per un’opera tanto semplice ed immediata quanto brillante, equilibrata e gravida di vibrazioni sorprendenti.
Il loro sound si può ricondurre ad un classico stoner desertico, l’area che comprende formazioni come Nebula, Unida, Lowrider, ecc, oltre ovviamente all’intera produzione della triade d’oro Homme/Goss/Lalli, ma il quartetto felsineo lo interpreta con una scioltezza ed una freschezza che negli ultimi tempi pareva scomparsa dalla circolazione. Merito di una sezione ritmica precisa ed agile, di un songwriting più ricco di accurata e concisa propensione melodica che di deragliamenti jammistici magari banali, ma soprattutto dell’eccellente lavoro del chitarrista Pippo De Palma vero guitar-wizard creatore di incantesimi acidi e fuzzati, graffiante con scottanti riffs heavy ed ammaliante con liquidi trip impalpabili come spirali di fumo.
Però tutto ciò forse non sarebbe stato sufficiente a catapultare gli Alix nell’elevata cerchia dei migliori, quindi viene calata la carta decisiva piazzando dietro al microfono la fantastica Alice Albertazzi, vera punta di diamante della formazione. Al primo ascolto un paragone che mi è sorto spontaneo è stato quello con la fulva Melissa Auf der Maur, l’ex-bassista delle Hole che ha trovato l’appoggio di Josh Homme ed amici per il suo buon disco d’esordio solista. Esistono delle analogie tra le due cantanti, specie nei momenti più pacati, ma in un ipotetica sfida la flessibilità, il calore, la potenza della nostra Alice sarebbe assolutamente vincente. Tagliente e squillante nelle parti ruvide, morbida e sensuale dove le atmosfere si dilatano nella sfera psichedelica, in certi frangenti è capace di aggiungere ai suoi toni un soffio di velata nostalgia che accresce l’impatto ed il pathos dei brani. La sua prestazione può essere sintetizzata nella splendida title-track, dove l’intensità delle vocals rendono quasi commovente un pezzo che se proposto da un nome straniero sarebbe già un hit internazionale.
L’amalgama tra valide componenti strumentali ed una vocalist così particolare permette al disco di decollare, generando una serie di canzoni dalla struttura essenziale ma di eccitante fascino melodico. Dallo spesso tiro Kyussiano di “Out of the signs” sul genere dei Pawnshop, con i quali non a caso gli Alix hanno diviso il palco più volte, al groove urgente ed acido di “I’ll be gone” e “Spirit”, con vocalizzi da brividi e lussuosi ricami psych di De Palma, fino ad arrivare alle vette narcotiche di “Like a flood” e del mantra magnetico “Love”, esemplare apoteosi di stoner allucinato e rarefatto, il disco si snoda tra sfuriate di virile energia e passionali carezze trasognate mantenendo costantemente una linea di grande accessibilità, non concedendo nulla agli svolazzamenti ermetici e torrenziali.
Qui non si tratta di miope patriottismo d’accatto o della marchetta agli amici che hanno messo insieme un gruppetto, qui parliamo di un gran lavoro stoner come tanti non riescono più a fare. Per qualità, fantasia e personalità, gli Alix sono una band da sostenere con ogni mezzo, il fatto che siano connazionali è secondario pur se è inevitabile parlarne con una punta d’orgoglio.

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