Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:non disponibile
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. ALL HELL BREAKS LOOSE
  2. BOUND FOR GLORY
  3. KINGDOM OF THE LOST
  4. BLOODSHOT
  5. KISSIN’ THE GROUND
  6. HEY JUDAS
  7. HOODOO VOODOO
  8. VALLEY OF THE STONES
  9. SOMEDAY SALVATION
  10. BEFORE THE WAR
  11. BLUES AIN’T SO BAD

Line up

  • Ricky Warwick: vocals, guitars
  • Scott Gorham: guitars
  • Damon Johnson: guitars
  • Marco Mendoza: bass
  • Jimmy DeGrasso: drums

Voto medio utenti

La diatriba sul destino dei Thin Lizzy dopo la scomparsa di Lynott è stata lunga, spesso spiacevole, costellata di live più o meno indimenticabili ma comunque fedeli al brillante passato, almeno a mio parere. Tuttavia, la decisione di usare un nuovo monicker per questo disco è certamente una di quelle cose più intelligenti che mente umana abbia mai partorito: troppo pesante utilizzare un nome così importante per qualcosa di nuovo, con protagonisti così tanto diversi da quelli che anni fa resero immortali i Lizzy.

E dunque, visto che l’abito (seppur nuovo) non fa il monaco, ecco che il disco dei Black Star Riders è esattamente un disco dei Thin Lizzy. Fedele nell’attitudine, nel sound, nella produzione, nell’anima.

Non mi addentro nella descrizione dei singoli pezzi, ma è giusto che sappiate alcune cose: Warwick è perfetto, gli arrangiamenti di chitarra sono esattamente quelli che ci si potrebbe attendere e la sezione ritmica dell’accoppiata Mendoza/De Grasso è carica di un groove clamorosamente trascinante.

Che vogliate sentire sempre e solo i vecchi dischi dei Thin Lizzy oppure metterci a fianco pure questo è una decisione che solo voi potete prendere. Io credo che comunque questo album, pur non aggiungendo nulla, non rovini una virgola di quanto fatto in passato e rappresenti un tributo talmente perfetto da risultare quasi “strano” da sentire.

Insomma, a voi la scelta, ma senza ombra di dubbio questo è un disco di classe cristallina e inattaccabile. Che sia l’inizio di una fase nuova o la chiusura di un cerchio ancora non lo sappiamo. Per quanto mi riguarda, per ora l’unica cosa a cui riesco a pensare è la voglia di alzare il volume e godermi il sacro fuoco del rock n roll.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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