Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2012
Durata:52 min.
Etichetta:Metal Heaven

Tracklist

  1. SHADES OF ART
  2. CARNIVORE
  3. LADY DON’T ANSWER
  4. MAB
  5. I KNOW SHADOWS
  6. YOUR SILENCE
  7. HIGHER
  8. THE SONG YOU NEVER SANG
  9. NIGHTMARES I STOLE
  10. CHILD OF DARKEST NIGHT
  11. SOME STAND ALONE
  12. MY HEART STILL CRIES

Line up

  • Urban Breed: vocals, bass
  • Daniel Olsson: guitars, bass
  • Pelle Akerlind: drums, bass

Voto medio utenti

Urban Breed ha avuto la possibilità di mettere la propria voce a disposizione di diverse realtà, e tra queste spiccano i nomi di Tad Morose e Bloodbound. Due esperienze nel corso delle quali questo cantante svedese ha dato prova della indiscutibile propria bravura, e che sono strettamente legate ai Trail of Murder, da lui stesso formati assieme a due musicisti conosciuti proprio in quei frangenti: il chitarrista Daniel Olsson (ex Tad Morose) e Pelle Åkerlind (ancora oggi batterista dei Bloodboud). Ed è proprio questo terzetto ad avere inciso l'album d'esordio "Shades of Art", dove musicalmente sono comunque maggiormente evidenti i rimandi ai Bloodbound, per un Power & Heavy Metal che sa essere melodico e tagliente allo stesso tempo, senza disdegnare un elegante approccio hard rockeggiante, come è ben evidente, ad esempio su "Lady Don’t Answer" o "Some Stand Alone".

Sebbene in alcuni passaggi, oltre ai soliti nomi tipici del genere ed ai due gruppi citati in apertura, possano venire in mente anche Queensrÿche ("Your Silence") e Kamelot (sopratutto nel corso di "The Song You Never Sang" o di "My Heart Still Cries"), nello scorrere di "Shades of Art" viene concesso poco spazio alle tastiere, a favore di canzoni d'impatto e caratterizzate dall'efficace guitarwork di Daniel Olsson, su cui si staglia vincente la voce di un cantante che nell'occasione si conferma come una delle migliori voci messe in mostra dalla scena metal svedese, in grado di unire senza alcun affanno il feeling di Roy Khan alla verve dei migliori Andy B. Frank (Symphorce) e Mike Howe (Metal Church).

Cinquanta minuti che non mostrano alcun cedimento e che mantengono costantemente un livello qualitativo eccezionale, e nel riascoltarlo mi sono pure chiesto se "Shades of Art" fosse l'album che mi sarei aspettato di ascoltare dagli Unisonic (eddai: mica potevano mettersi a suonare come i vecchi Helloween!).
Beh... a scanso di ogni possibile equivoco questi sono i Trail of Murder.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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