Copertina 8

Info

Anno di uscita:2012
Durata:54 min.
Etichetta:Rise Above

Tracklist

  1. MARK OF THE BEAST
  2. DEVIL’S ISLAND
  3. !DEATH
  4. RED ADMIRAL, BLACK SUNRISE
  5. SCRATCHIN’ AND SNIFFIN’
  6. THE LAST RUN
  7. KILLER KANE

Line up

  • Johnny Gorilla: guitars, lead vocals
  • Louis Comfort-Wiggett: bass, vocals
  • Bill Darlington: drums

Voto medio utenti

Lo stravagante nome scelto da questo trio si riferisce ad un personaggio storico realmente esistito, per quanto piuttosto oscuro: l’ammiraglio Cloudesley Shovell, che comandò con successo la flotta britannica durante la guerra di Successione spagnola (1702-1707). Ma ciò che veramente conta, è la presenza nella band di uno dei più amati “underground heroes” del panorama rock inglese, il chitarrista/cantante Johnny Gorilla.
Se teniamo conto di quanto lui ha prodotto nel tempo con la sua formazione principale, appunto i Gorilla, ed aggiungiamo il fatto che la Rise Above di Lee Dorrian continua a non sbagliare un colpo riguardo certe sonorità “new retrò”, passando dagli Horisont agli Astra, dai Gentlemans Pistols ai Troubled Horse, ecc, gli appassionati di hard rockblues ipersaturo e polveroso possono già prenotare la presente uscita senza timore di restare delusi.
Una decina di canzoni tracimanti, sanguigne, zeppe di killer-groove ed assoli viscerali, con uno stile che profuma di lontani pionieri come Blue Cheer, Mc5, Captain Beyond, ma ha anche imparato le lezioni di durezza di tanto hard’n’heavy venuto dopo. A riguardo, vi segnalo la scatenata e bellicosa “!Death” con un Johnny assolutamente torrenziale, un paio di psycho-blues da antologia quali “Devil’s island” e “Red admiral, black sunrise” tra incipit notturni e cavalcate vorticose, ed ancora la grezza e casinista “Killer kane”. Ma è tutto l’album da gustare fino alla hidden track “Bean stew”, magari “sparandosi” qualche posa da air-guitar o mulinando le braccia sopra una fantomatica batteria.
Questi tre musicisti tutt’altro che giovincelli saranno forse fuori moda con i loro basettoni, gli stretti giubbini in finta pelle ed i jeans a zampa d’elefante, ma sanno benissimo che il rock rimane sempre una questione di ritmo e volume, distorsioni e sfacciataggine, una scossa elettrica che penetra sottopelle ed arriva a colpire il cuore. Vintage o meno, gli Admiral Sir… lo suonano dannatamente bene e noi li vogliamo esattamente così.

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