Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:49 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. CURSE (OF THE DEATH)
  2. THE ANSWER
  3. PROPHECY
  4. ENDOWMENT OF APATHY
  5. ENEMY MIND
  6. SKIN TRADE
  7. (BUILT TO) RESIST
  8. THE GIFT
  9. PRIVILEGE
  10. BLOOD OF SAINTS
  11. MAN WITH NO INSIDES

Line up

  • Gus Chambers: vocals
  • Waldemar Sorychta: guitars, bass, keyboards
  • Dave Lombardo: drums

Voto medio utenti

Che bello quando una band si propone di fare un disco nuovo semplicemente quando ne ha voglia, quando l'ispirazione è quella giusta, sfuggendo alle ferree leggi del "one year, one album" imposte dalle labels. 'Incorporated', il nuovo lavoro di Sorychta (nome ridondante nella categoria produttori), di Lombardo (c'è forse bisogno di spendere parole su di lui?) e dell'ottimo Chambers arriva oggi, nel 2004, ben 5 anni dopo 'Solidify', ma le attese non sono state vane. Il quarto album nella storia dei Grip Inc. rappresenta il condensato di quanto di meglio fatto fino ad ora, soltanto portato ad un livello di maturità più elevato, dal riffing al drumming, dall'intelligente utilizzo dell'elettronica, fino alle linee vocali. Lombardo dietro le pelli macina e trita come se 'Incorporated' fosse un album degli Slayer, alternando feroci accelerazioni pesta-pesta a partiture ove conta il gusto ed il tocco (ottime anche le percussioni) il tutto con una facilità e con una tecnica disarmante; e fin qui nulla di nuovo, avete ragione... infatti la palma della migliore sorpresa se le sono aggiudicati a pari merito Gus e Waldemar. Il primo, sembra aver fatto passi da gigante nella padronanza della propria voce, cantando come mai prima in passato, proponendo linee vocali molto valide, a tratti quasi Death Rock nella loro espressività e nella loro modulazione, mentre il secondo sfoggia song dopo song, un guitar riffing magnetico e ricercato, ove convergono più di prima le influenze della cultura mediterranea, le schegge Industrial e quelle più classicamente Thrash, ma sempre incisivo, fresco, personale (o meglio, visto la quantità di band passate dai Woodhouse Studios, multi-personale) e tecnicamente ineccepibile. Mi domando a questo punto tre cose. La prima è questa: considerando che praticamente tutte le case discografiche Metal fanno di tutto per far produrre alle band un album all’anno, saturando così il mercato spesso di inutili lavori, non conviene magari aspettare un pochino di più e far uscire album come si deve? La seconda è: visto ed appurato che, tra tutti i generi esistenti oggi, esiste il Dark Rock, perché non provare ad elaborare il Dark Thrash, visto che il combo in oggetto-recensione potrebbe ricadere tranquillamente in questo filone? Eccovi, infine la terza: i Grip Inc. sono tornati con un album che è già al top della categoria, volete forse lasciarvelo scappare?
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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