Copertina 6,5

Info

Demo
Anno di uscita:2009
Durata:non disponibile

Tracklist

  1. SMOKING MIRROR
  2. IN SILENCE YOU SCREAM
  3. SON OF DAWN
  4. DECAY OF WORLD

Line up

  • Ettore Capozza: vocals
  • Francesco Baioli: guitar
  • Alessandro Bassetti: guitar
  • Paolo Cipollini: bass
  • Emiliano Sabato: drums

Voto medio utenti

Devo ammettere che “New era of sacrifices” è un demo anomalo, perché alterna momenti in cui quasi si grida al miracolo, ovviamente sempre tenendo presente che si tratta del primo lavoro di una band giovanissima, ad altri in cui ti cadono le braccia per la banalità delle soluzioni proposte. E se ci pensate è una cosa strana, che non sempre si verifica, perché tendenzialmente una band all’esordio o mette su una marea di schifezze oppure 3-4 brani veramente ottimi. Beh, gli Hell Crypt non sono riusciti a rendere omogeneo il loro lavoro, ed è un peccato, perché nonostante la giovane età si sente che i cinque ragazzi toscani hanno del talento. Ancora leggermente inespresso, però, anche se ci sono tutte le attenuanti del caso, trattandosi, appunto, della loro prima esperienza in studio. Ecco quindi che se “Smoking mirror” parte un po’ in sordina per poi riprendersi via facendo, le cose vanno meglio con la successiva “In silence you scream”, già più matura a livello di songwriting, ma soprattutto nella conclusiva “Decay of world”, più diretta ed aggressiva. E più in generale i momenti in cui i nostri riescono a dare il meglio sono proprio quelli più tirati, mentre non sempre ho apprezzato come gestiscono i cambi di tempo e i break, alcune volte un po’ forzati e fuori contesto. L’elemento però più debole di questo lavoro è il cantato di Ettore Capozza, non tanto a livello di timbro, anche se non sempre interpreta il brano con la giusta grinta e cattiveria, quanto proprio per le melodie vocali utilizzate. Una ricerca più accurata di linee melodiche più dinamiche avrebbe senz’altro giovato ai brani, che peraltro godono di una buona produzione, abbastanza pulita, ma comunque mediamente aggressiva. Insomma, ci troviamo davanti ad una band sicuramente ancora acerba, che deve crescere parecchio, ma che mostra già buoni spunti compositivi, ed è su questi che, con molta pazienza ed umiltà deve lavorare per la composizione dei nuovi brani. E magari spingere un po’ di più, inserire parti più veloci ed aggressive, senza dimenticare, ovviamente, come già detto poco fa, di curare in maniera più maniacale le linee vocali, vero punto debole del cd. Le basi per poter crescere ci sono, ora sta a loro sfruttarle bene, magari facendo tesoro dei consigli vari ricevuti in fase di recensione.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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