Copertina 8

Info

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Anno di uscita:2003
Durata:99 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. AMONG THE WEIRDCONG
  2. THE VICE OF KILLING
  3. DER WACHTURM
  4. THE SAW IS THE LAW
  5. BLASPHEMER
  6. SODOMIZED
  7. REMEMBER THE FALLEN
  8. I AM THE WAR
  9. EAT ME!
  10. MASQUERADE IN BLOOD
  11. AGENT ORANGE
  12. OUTBREAK OF EVIL
  13. SODOMY & LUST
  14. NAPALM IN THE MORNING
  15. FUCK THE POLICE
  16. TOMBSTONE
  17. WITCHING METAL
  18. THE ENEMY INSIDE
  19. DIE STUMME URSEL
  20. AUSGEBOMBT
  21. CODE RED
  22. ACE OF SPADES
  23. STALINHAGEL
  24. AMONG THE WEIRDCONG (LIVE VIDEOCLIP)

Line up

  • Bobby Schottkowski: drums
  • Bernemann: guitars
  • Tom Angelripper: bass, vocals

Voto medio utenti

A due anni di distanza dalla pubblicazione di uno dei migliori dischi thrash metal degli ultimi 10 anni (per chi non l’avesse capito parlo di M-16), i Sodom si ripresentano al grande pubblico con il terzo live ufficiale della propria carriera dopo gli ottimi Mortal Way Of Life (1988) e Marooned (1994).
La formazione con cui il gruppo calca il suolo asiatico è quella conosciuta dai tempi di 'Til Death Do Us Unite (1997) e composta da: Thomas "Angelripper" Such – basso/voce; Bernd "Bernemann" Kost – chitarra; Bobby Schottkowski – batteria.
Prima di addentrarmi nella descrizione di questo live in disco doppio, vale la pena spendere qualche parola in merito al luogo in cui i Sodom hanno deciso di registrare il proprio concerto. Originariamente, Tom Angelripper e compagni prevedevano di esibirsi in Vietnam, scelta facilmente comprensibile conoscendo solo titolo e copertina di due tra i masterpiece del gruppo. Tuttavia, in seguito al rifiuto delle autorità comuniste di concedere i permessi per effettuare lo spettacolo, i Sodom decisero di ripiegare sulla Thailandia, paese comunque non estraneo al conflitto vietnamita.
Fatte queste dovute premesse, è giunto il momento di dedicarsi alla sostanza che, va detto subito, è ancora una volta di primissima qualità!
La creatura di Angelripper, infatti, si presenta in forma smagliante nonostante siano passati più di 20 anni dalla nascita dei Sodom e la formazione sia stata rinnovata piuttosto di frequente, con l’ovvia eccezione di Tom, che è sempre rimasto il punto cardine del combo.
Dopo pochi secondi spesi dall’annunciatore per presentare il gruppo, si ingrana subito la marcia con "Among the weirdcong" che scalda subito gli animi in attesa di un progressivo aumento del tiro che si concretizza con l’esecuzione in cascata di "The vice of killing" e "Der wachturm". Il concerto prosegue senza esitazione con un quartetto di pezzi assolutamente da infarto. "The saw is the law", "Blasphemer", "Sodomized" e "Remember the fallen" non lascerebbero indifferente nemmeno un cadavere, e così è stato anche a Bangkok.
Assolutamente memorabile sentire Tom che introduce Remember con la dedica che il gruppo fece nell’89 ad Agent Orange.
Si torna al contemporaneo con "I am the war" (secondo pezzo di M-16) e successivamente si stempera l’animo del pubblico con "Eat me!".
In chiusura della prima parte di questo live, i Sodom sfoderano un altro poker eseguendo "Masquerade in blood", "M-16", "Agent orange" e "Outbreak of evil", inevitabilmente apprezzate dal pubblico.
Il secondo disco si apre magistralmente con "Sodomy & Lust", seguita da uno dei migliori momenti dell’intero concerto grazie alla devastante tripletta formata da "Napalm In The Morning", "Fuck The Police" e "Tombstone". Si ritorna nel segno del male con "Witching Metal", che anticipa la “chicca” di questa uscita discografica, rappresentata da "The Enemy Inside", brano destinato a finire sul nuovo full lenght della band.
Si prosegue col secondo pezzo del concerto in madre lingua teutonica, "Die stumme ursel", che prepara il pubblico ad un brano assolutamente immancabile in ogni live dei Sodom che si rispetti, mi riferisco ovviamente ad "Ausgebombt".
L’esibizione pare terminata con Tom che ringrazia e saluta il pubblico il quale, tuttavia, al grido di “Bombenhagel!, Bombenhagel!” richiama i nostri sul palco che concludono in magnificenza con "Code red", la cover di "Ace of spades" (tributo apprezzato e dovuto ai Motorhead) e "Stalinhagel".
Questa volta è davvero il momento di chiudere, ma non si potrebbe essere più soddisfatti di così.

Anche in Asia i Sodom dimostrano di essere, nonostante gli anni di militanza, una delle realtà in assoluto più valide non solo del thrash, ma di tutto il metal, caratterizzati da una costanza qualitativa dal vivo (come su disco) che ben pochi gruppi possono vantare.
Come accennato in apertura di recensione, l’attuale formazione si presenta perfettamente amalgamata e rodata, con ogni componente dotato della propria visibilità, ben bilanciata rispetto a quella degli altri compagni.
A livello tecnico, è da lodare la registrazione che senza strafare (leggasi suoni patinati identici alle produzioni in studio) fornisce all’ascoltatore quello che dovrebbe essere l’obiettivo di ogni album dal vivo, ovvero la sensazione di essere in mezzo al concerto, col gruppo che scatena l’inferno a meno di 5 metri dal proprio volto.
Recensione a cura di Luca 'Orphen' Recla

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