Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:66 min.
Etichetta:Inside Out Music
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. A MONDAY
  2. COAST
  3. DISRUPTR
  4. GATO
  5. TERMINAL
  6. HEAVEN SEND
  7. AIN'T NEVER GONNA WIN...
  8. WINTER
  9. TRAINFIRE
  10. LADY HELEN
  11. KI
  12. QUIET RIOT
  13. DEMON LEAGUE

Line up

  • Devin Townsend: vocals, guitars e programming
  • Jean Savoie: bass
  • Dave Young: keyboards
  • Duris Maxwell: drums

Voto medio utenti

Il ritorno di Devin Townsend è una notizia ottima, anche in previsione del fatto che, a quanto pare, il presente “Ki” è solo il primo di quattro dischi che il nostro avrebbe già pianificato.
Non gli perdonerò mai il fatto di aver sciolto gli Strapping Young Lad, e di certo questo nuovo Devin Townsend Project nulla ha a che fare con quelle sonorità estreme.
Infatti ancora una volta Devin mette alla prova il suo, unanimemente riconosciuto, genio con un disco che solo in parte richiama certe sonorità già sperimentate in “Terria”, ma che si spinge oltre, in territori prima inesplorati.
Il sound di chi “Ki” può essere paragonato allo scorrere lento e placido di un fiume, che solo sporadicamente increspa le sue acque, ad esempio “Disruptr”, ma senza mai divenire tumultuoso. Ambient music? Forse, non solo, molto di più.
Ciò che trasuda dalle note è sensazione di pace e tranquillità, con un tocco melodico impagabile e soluzioni che solo lui poteva inventare. La title-track ad esempio ha armonie che ricordano Vangelis, “Trainfire” sembra un pezzo rockabilly, anche se finisce con una sognante voce femminile, “Coast” è un pezzo notturno con echi quasi trip hop.
Tuttavia il nocciolo del disco è formato da pezzi lenti, dai tratti psichedelici, dove la voce di Devin sussurra trame oniriche, liquide, dilatate, ipnotiche. Parlo di pezzi come “Terminal”, “Lady Helen” o “Ain’t Never Gonna Win…”.
In passato di dischi di Devin ti davano la sensazione di essere sempre sul punto di produrre qualcosa di inaspettato, inducendo l’ascoltatore in uno stato di tensione perenne. In questo caso invece per la prima volta si scopre il gusto di chiudere gli occhi e rilassarsi e lasciarsi guidare fiduciosamente dalla musica e dalle emozioni che essa ispira. Non so se questo sia avvenuto in seguito al dichiarato abbandono di Devin per tutte le dipendenze, soprattutto alcool e marijuana, resta il fatto che questo è un “trip disc”, un disco da mettere nello stereo mentre si fa un viaggio, con la certezza che, per quanto lungo possa essere, vi sembrerà di aver volato.
Capolavoro? Non so rispondere con certezza…ma è poi importante? La musica di Devin è oltre queste convenzioni ed ha, anche in questo “Ki”, picchi di genio e pathos e sentimento altissimi.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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