Highlord: The Death of the ...

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Gruppo:Highlord

Nonostante qualche incidente di percorso gli Highlord sono arrivati al sesto album, mantenendosi su ottimi livelli qualitativi e riuscendo ad evolvere la loro proposta musicale senza non snaturare la propria identità, assorbendo anche alcune importanti defezioni a livello di formazione. Gran parte del merito va sicuramente al loro chitarrista Stefano Droetto, nostro interlocutore...

Uhm... ciao Stefano dopo tante interviste vorrei iniziare in maniera diversa dal solito: la prima domanda me la fai tu, ovviamente non puoi chiedermi che ne penso di "The Death of the Artists", dato che l'ho già rivelato nella mia recensione!
Oh wow! davvero? posso? Hmm... vediamo...
Una domanda che spesso ci fanno: dopo tutti questi anni, cosa ti spinge ancora ad andare avanti? A credere nella scena metal nostrana?
Opsss… credo gli stessi che spingono voi e tanti altri gruppi che si sbattono: la passione per quello che fanno, in questo caso il “Metal”, espressa in maniera diversa, ma con un comun denominatore: essere un fan ! Per la seconda parte della domanda, beh.. sono da sempre convinto che l’Italia abbia lo stesso potenziale di altre nazioni, ma non sempre abbiamo le stesse possibilità di altre nazione per sfruttare appieno questo potenziale.
Ora tocca a me, e prima di parlare del passato e del futuro, partirei con il presente... ma al funerale di quali artisti ci avete inviato con il nuovo album?
Gli anni che separano ”the Death of the Artists” dall'album precedente sono stati davvero duri per noi Highlord. Cambiamenti di line-up, intoppi, sfiga (non manca mai!) e tante delusioni ci hanno spinti seriamente a pensare di mollare. Il titolo rappresenta questa intenzione latente... frutto di quasi 13 anni di passione e tormento nella critica scena Metal nostrana. È stata forse più la testardaggine a far in modo che questo disco venisse registrato se non altro per lasciare un ultimo dignitoso segno della nostra presenza. Ora non so... voi siete andati a questo funerale? Com'era?
Nessun funerale: la musica non morirà mai… ci sarà sempre qualcuno pronto a raccogliere il testimone!
Scorrendo la tracklist non mancano altri titoli particolari come "It Takes Some Passion" o "Every Thrash of Me", cosa mi dici di queste canzoni? Ce ne sono altre che vuoi portare all'attenzione dei nostri lettori?
Dunque... la prima che hai menzionato parla di quanta passione ci voglia per intraprendere e continuare un percorso creativo, musicale molto difficile. Forse la gente non ha ben chiaro cosa voglia dire far parte, essere e vivere in un gruppo musicale. Vediamo i “Big” della musica mondiale ricevere successo e soldi a palate qualunque cagata essi buttino sul mercato, ma ignoriamo che la vera passione, il sangue ce lo mettono i “piccoli” coloro che rimangono nello sconfinato mare underground di ogni sfumatura musicale. Quando non hai introiti derivanti dalla tua musica, in un periodo di crisi economica mondiale, trovare il denaro e l'energia necessaria per registrare un album a tue spese è un qualcosa di eroico... magari non esci la sera per un anno intero, metti da parte tutto... e poi rimani al verde, ma col tuo bel cd tra le mani; sperando che qualcuno te lo pubblichi. Ecco! Questa canzone parla di questo. La seconda invece è un po' un'autocommiserazione della nostra mediocrità, dell'essere appunto immondizia, qualcosa di fuorimoda, diciamo così... c'è però da dire che alla fine della fiera, non facciamo poi tanto schifo ed anzi: la gente dopo averci assaggiati prova anche gusto! (parlo della musica eh?)
Le due bonus tracks sono rispettivamente "Rebel Yell" di Billy Idol e l'impronunciabile e meno conosciuta "Zankokuna Tenshi No Teze"... come mai avete puntato proprio su queste due covers? E come le avete affrontate?
“Rebel Yell” del mitico ed intramontabile “Billy Idol”!!!! un pezzo che mi è sempre piaciuto moltissimo e che mi ricorda i lontani anni '80. Andava suonato! “Zankokuna Tenshi no teeze” é la sigla di apertura di un Anime moooolto famosa anche qui da noi chiamato: “Evangelion”. Credo abbia avuto il suo apice di notorietà negli anni '90. Questa canzone ci è stata imposta dalla Sound Holic (ormai non più in carico della pubblicazione sul suolo nipponico del disco e sostituita da Disk Heaven) come seconda bonus-track. Avevano deciso che una non era abbastanza e quindi...
Devo dire che per Billy Idol non è stato difficile renderla un pochino più Rock... mentre la seconda è stato un delirio. A parte la traduzione del testo... ma anche la musica. L'originale è un po'.. ehm.. bruttina? Si può dire? Potevamo solo infarcirla di doppia cassa e cavalcate serrate di chitarra.. ora suona forse un po' DragonForce, ma pazienza... con due chicche in Italiano nel testo il risultato è davvero gradevole!! hehe...
Mah... non sarete un po' troppo grandi per i Manga e ... per "giocare" ancora con l'Heavy Metal???
Hmmm per l'Heavy Metal mi sa di si... ma i Manga no!!! ci sono anche quelli per adulti cosa credi? ;-)
Ma cosa hanno in più di noi nel Paese del Sol Levante per meritarsi ben due bonus tracks?
La risposta sincera é: pagano! Quella “artistica” è: beh sai.. una mentalità aperta e disponibile alle sonorità rock...
Naaa! In realtà sono vere entrambe! Si tratta, per noi, del mercato più grosso. Siamo molto più conosciuti in Giappone che in Italia ed è tristissimo a mio avviso! Però è così... con la situazione attuale credo sia normale cercare di “arruffianarsi” il più possibile potenziali compratori, giusto?
Due parole sulla copertina dell'album...
Oddio... che dire!? Un sipario che si apre su una strada che conduce non si sa bene dove.. due statue funebri ed una meridiana che scandisce il tempo... mi sembra la storia della vita degli Highlord, gulp!
Come siete arrivati a contratto con la Scarlet? Dopo aver dovuto ricorrere all'autoproduzione con "Instant Madness", è un bel passo in avanti, o no?
Ma sai che in realtà devo un po' sfatare questa storia dell'aver dovuto ricorrere all'autoproduzione? Potevamo far uscire il disco precedente per la nostra vecchia casa discografica, ma abbiamo deciso di tentare la strada in solitaria.
Al di là di ogni conclusione è stata la volta che ci sono rientrati più soldi comunque ed è grazie ad essi che adesso esiste: “The Death of the Artists”. Ci siamo resi conto però che da soli non possiamo fare tutto e la mancanza di una label solida si è fatta sentire in più occasioni. Scarlet Records è al momento secondo noi la realtà italiana di maggior rilievo, gli abbiamo spedito una preview del disco e fortunatamente hanno deciso di credere in noi. Decisamente un passo avanti!
E non vi siete fatti mancare nemmeno una vacanza ai New Sin Studio... come sono andate le registrazioni?
Esatto! Riallacciandoci al discorso precedente dell'ultima nostra produzione prima di mollare, ci siamo detti: “nel caso dovesse essere davvero l'ultimo, facciamo che suoni bene!” da li la decisione di tornare ai mitici New Sin di Loria.
Le registrazioni sono andate molto bene. Ci eravamo preparati molto e quindi sebbene il tempo a disposizione non fosse molto, ce la siamo cavata egregiamente. Siamo molto soddisfatti del risultato finale, credo il cd suoni molto bene anche a volumi alti. Anzi... più alti sono, meglio è!
Avete però dovuto rinunciare ad un vostro membro storico quale Alessandro Muscio, come avete affrontato la sua assenza sia a livello umano quanto quello prettamente professionale?
Si verissimo! Ma non per nostra scelta sia chiaro! Non so cosa passasse per la testa ad Ale nel periodo che precede la sua dipartita dalla band, ma di sicuro non era nulla di buono! La sua defezione ci ha causato notevoli disagi e problemi. Dopo tanti anni abituati a comporre in un certo modo è stato molto difficile reinventarsi e scoprire di essere capaci a camminare da soli.
La mancanza di un tastierista in formazione quanto ha condizionato le canzoni che fanno parte di "The Death of the Artists"?
Iin riferimento a quanto detto poc'anzi, questa mancanza è stata in realtà per noi un valore aggiunto! Ci ha costretti a fare a meno di una pesante componente tastieristica ed a cercare altrove le nostre sonorità. Forse questo cambiamento ha reso il nostro sound un po' più moderno e originale.. sicuramente diverso dagli album precedenti. Ci sono più chitarre e più spazio alla melodia, meno o quasi nessuna parte forzatamente progressive ed un senso generale di “heavy”.
Futuro: quali sono i prossimi appuntamenti... e non vantarti di averne un paio con le nostra concittadine ed ex Miss Italia, Chiabotto e Masciotta!
Per adesso vi invito e vi segnalo al Taurus di Ciriè il 16 Gennaio 2010. Mi raccomando non mancate è la nostra prima data live dopo un anno e mezzo di assenza dal palco!
Cosa non mancherà invece sotto l'Albero di Natale degli Highlord?
Hehe... tante cose da mangiare a schiattapanza!!!
The Death of the ... interview: a te la conclusione!!
Beh... intanto vorrei ringraziarti per lo spazio e l'attenzione concessaci. Poi vorrei invitare tutti a darci una chance con questo nostro nuovo lavoro, sono sicuro che non ne rimarrete delusi, contiene davvero tutta la passione di chi suona Metal da 13 anni! Grazie a tutti!!!
Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 24 dic 2009 alle 11:15

Stefano, perdona il nostro Sergio... giusto lui non conosce Evangelion e la sua bellissima sigla :D