Kamelot (intervista a Oliver Palotai - Milano, 13 Aprile 2008)

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Gruppo:Kamelot

13 aprile 2008, Milano, Alcatraz. La nostra intervista con Oliver Palotai, lungocrinito tastierista dei Kamelot, è schedulata per le 16,45, ma i gentili signori della produzione decidono carinamente di lasciare me e gli altri due colleghi (Francesco e Nicolò, che saluto e ringrazio) per ben due ore fuori ad aspettare. Così, consumati praticamente tutti gli argomenti di discussione, contatto il nostro “gancio”, Wolfgang, che dieci minuti dopo, finalmente, ci lascia entrare per l’intervista. Veniamo accolti in una delle dressing rooms preparate per la band, e ad aspettarci troviamo il nostro uomo, rilassato, disponibile e gentilissimo, e una sorpresa: c’è anche la backing vocalist, la bellissima Anne-Catrin Märzke, a cui rivolgeremo un paio di domande in seguito. Quasi mezz’ora di chiacchiere, in cui abbiamo spaziato dal nuovo disco ai gusti musicali, dalla scena musicale attuale ai downloads di Internet, per finire a parlare… di balsamo per capelli! Non ci credete?? Beh, buona lettura!

Sbranf: Ok, ciao Oliver, e benvenuto su Eutk.net!
Oliver: Grazie! Scusate per il ritardo, ma i membri della band sono occupati in varie interviste, quindi spesso ci tocca alternarci. Qui con me c’è anche Anne, la nostra backing singer, a cui, se volete, potrete rivolgere le vostre domande!
S: Bene! Si può cominciare, allora! Qual è stata la ragione per ri-pubblicare “The Ghost Opera”?
O: Stavamo per pubblicare il concerto registrato in Serbia, e contemporaneamente la label stava per ristampare il nostro ultimo cd; così, abbiamo deciso di mettere i due cd insieme, dando al tutto una veste nuova, più ricca, offrendo non solo il live album, ma anche il disco originale, allo stesso prezzo.
S: Non credi sia difficile per un fan comprare anche questo album? Se io ho già comprato “The Ghost Opera”, perché spendere altri soldi per comprare lo stesso album una seconda volta?
O: Se tu avessi dovuto comprare solo il live album, allo stesso prezzo, non avrebbe fatto differenza. La ristampa del cd originale non aumenta il prezzo, anzi, offre un prodotto in più senza alcun costo aggiuntivo.
S: Ma è una scelta della band o della produzione?
O: Dipende molto dalla label, ma di certo avviene in interazione con la band, non pubblicherebbero mai niente senza chiedere prima alla band.
S: Abbiamo letto sul vostro sito ufficiale che Glenn Barry, il vostro bassista, non fa parte di questo tour. Puoi confermare la notizia, e spiegarci perché?
O: Si, Glenn è a casa, non è neanche nel nostro ultimo video ("Rule the World", cliccate per vederlo, n.d.S.); la ragione è che Glenn ha al momento molti problemi privati, lui ha un lavoro “fisso” al di fuori della band, dipinge. Inoltre adesso ha due figli, quindi per ora ha una serie fittissima di impegni, e non è riuscito a venire con noi in questo tour.
S: Vorrei chiederti qualcosa su Internet, ed il free downloading; ci piacerebbe sapere se sei d’accordo o no, se reputi che sia un’opportunità o, piuttosto, un danno per una band.
O: E’ un fatto assodato che il free downloading arrechi un danno all’industria musicale “tradizionale”, e noi percepiamo questo; al momento la nostra vita si basa sulla musica che vendiamo, e sui concerti, e questo ci danneggia. Penso che l’industria musicale abbia aspettato un po’ troppo per andare online, avrebbe potuto fare molti più soldi cavalcando l’onda prima. A volte qualcuno scarica in dieci secondi quello che è stato il mio lavoro di due anni, e questa è una cosa che non può farti piacere; spendi passione, fatica e impegno nel creare una cosa che poi chiunque scarica con due clic. Inoltre, noi non possiamo andare in tour in quelle nazioni che scaricano i nostri dischi, senza acquistarli; non possiamo andare in posti dove i nostri cd non hanno mercato. Nel forum molta gente ci chiede, ad esempio, “venite in Iran!”… ma dovranno aspettare un pochino, mi sa!
S: Per quanto riguarda te come musicista, come sei diventato un membro ufficiale dei Kamelot?
O: Stavo suonando in 4 o 5 band diverse, Circle II Circle, Uli John Roth e molti altri; i Circle II Circle avevano un tour europeo in partenza, ma il tour fu cancellato perché i biglietti aerei non erano stati prenotati dal promoter. Mezz’ora dopo ricevetti una chiamata, i Kamelot cercavano un tastierista per il tour, così accettai, avevo bisogno di lavoro! Pochi minuti dopo, i Circle II Circle chiamarono di nuovo, dicendo: “hey, i biglietti ci sono, si parte!” ed io: “beh, mi spiace ragazzi, troppo tardi!” Adesso sono felice di quel ritardo!
S: Qual è la canzone dei Kamelot che preferisci suonare dal vivo, come tastierista?
O: Oh, ce ne sono tantissime, per ora adoro “Eden Echo”, ha quel bellissimo question funky di pianoforte.
S: Mai pensato di suonare la chitarra nei Kamelot, visto che sei anche un chitarrista?
O: E’ una cosa che abbiamo preso in considerazione da quando sono nella band, ma credo mi servirebbe un terzo braccio!
S: Chi decide la setlist del tour? Uno di voi, o la decidete insieme?
O: (indicando Anne) è lei che decide! (risate) Guardiamo nel forum, nelle polls, per vedere cosa i nostri fans preferirebbero ascoltare; alcune nazioni hanno le loro canzoni preferite, che cambiano da posto a posto. Quindi la scaletta varia sempre un po’; per esempio, stasera eseguiremo una canzone che facciamo sempre in Italia, cioè “Nights of Arabia”.
S: Grazie, avete reso un fan felice! (risate generali)
Parliamo del tuo progetto solista, “Sons of Seasons”; all’interno della line-up, c’è un nome italiano, il chitarrista Luca Princiotta! Come siete venuti in contatto con lui?
O: Luca è un ragazzo di Como, che ho conosciuto tramite Doro, con cui ha lavorato. Questo è un progetto metal, ovviamente; ho scritto le canzoni circa un anno fa, poi ho iniziato a cercare le persone giuste per suonare i miei brani. E Luca è veramente fantastico alla chitarra, sentirete molto parlare di lui, è un fenomeno. Prende la chitarra, dritta nell’ampli, niente fronzoli, e suona divinamente: esattamente quello che cercavo!
S: E’ sempre difficile vivere di sola musica; molta gente ha anche un lavoro “a tempo pieno”, perché non riesce a campare solo suonando. È il tuo caso?
O: Non potrei vivere senza fare quello che faccio; suono in altre bands, faccio orchestrazioni per vari gruppi, suono in un trio jazz, ed inoltre insegno; è così più o meno per tutti i membri dei Kamelot, tutto il mio lavoro ruota intorno alla musica, comunque.
S: Puoi nominare tre bands che ami ascoltare?
O: Opeth… Symphony X, anche se non amo moltissimo la roba più vecchia, preferisco molto gli ultimi lavori. Michael Pinnella è un gran compositore, anche se spesso sacrifica la sua parte più estrosa per lavorare alla costruzione dei pezzi. E la terza band… mm, Epica.
S: …giusto per restare in “famiglia”!
O: Eheh, si; sai, ho fatto le orchestrazioni per gli Epica, così ho avuto modo di approfondire molto le loro canzoni, e sono molto particolareggiate.
S: C’è una domanda che vorrei farti, un po’ particolare: ti piacciono i Dream Theater? Sono una delle bands più famose del pianeta, al momento, e sono curioso di sapere se un musicista del tuo livello apprezza il lavoro di Portnoy e soci.
O: Anne li adora!
S: Ok, lo prendo come un no! (risate collettive)
Anne: Si, sono la mia band preferita!
O: Sono una band di musicisti impressionanti; Jordan Rudess alla tastiere è un vero maestro, senza dubbio uno dei migliori tastieristi del pianeta al momento, ma non mi trasmettono molto per quanto riguarda il lato più emozionale, passionale della musica.
S: Avete suonato in tante nazioni diverse, durante i vostri tour. Qual’è la differenza tra il pubblico dei vari posti dove avete suonato? Non solo da nazione a nazione, ma anche con le varie bands con cui hai suonato, e sarà diverso suonare con i Kamelot, dove hai di certo palchi e pubblici più grandi, che con le altre bands.
O: La differenza principale è che ogni serata con i Kamelot è ad altissimo livello, devi dare il massimo e la gente si aspetta sempre il massimo da te. Ovviamente è diverso da nazione a nazione, il pubblico tedesco ad esempio è diverso da quello italiano, e così via…
S: … e qual è il pubblico migliore???
O: Quello italiano, ovviamente!!! (risate)
S: Ovvio, che domanda stupida!
O: Sai, in nazioni come la vostra, dove la gente è più aperta, sente le emozioni in maniera più diretta, visibile, il nostro coinvolgimento è sempre maggiore.
S: Ho notato qui fuori, aspettando di entrare, che l’età media del pubblico è intorno ai 16-18 anni… è un po’ strano, mi fa sentire vecchio!! (risate) E a te??
O: Beh, anche a me! Sai, è una nuova generazione di ascoltatori che sta crescendo, e io sono molto felice di questo, anche se un’audience più adulta può meglio paragonare e apprezzare; sai, a volte quando parlo con alcuni giovani fans, cito delle grandi bands del passato, e loro non hanno neanche idea di chi siano! È molto strano per me, ma in fondo è normale, ci vuole del tempo.
S: Avete delle date già sold out, come in Inghilterra. Questo vi influenza quando andate sul palco, dal punto di vista dell’adrenalina?
O: Per quanto mi riguarda, io amo le venues “medie”, non troppo grandi. È molto più intenso, e io odio la distanza con il pubblico. Nei grandi festivals, il primo fan è almeno a 15 metri da te; io preferisco toccarli, sentire la loro energia, vederla nei loro occhi. Ma questo è il mio parere: alcuni amano avere 5.000 persone davanti, io preferisco posti più piccoli.
S: Non abbiamo ancora parlato di “The Ghost Opera”: dacci la tua opinione sull’album, sulla sua composizione, sulle orchestrazioni, che sembrano ancora più intricate del solito.
O: Si, le parti sono più elaborate che in passato, più complesse di quanto fossero negli altri dischi; me ne sono accorto anche preparando il tour e studiando le vecchie canzoni (man mano che parla, il suo accento tedesco viene fuori, così che mi viene naturale interromperlo, e chiedergli in tedesco “Bist du Deutsch???” e da lì partono 5 minuti di conversazione in tedesco, dove Oliver mi dice di come sia felice di poter parlare un po’ di lingua madre! Peraltro, racconta di essere mezzo tedesco e mezzo ungherese. Non manca proprio la multietnicità, nei Kamelot! n.d.S.) Tornando al disco, le orchestrazioni non sono così dirette come in passato; se hai delle buone cuffie e lo ascolti bene, ti accorgerai di come ci siano molti, molti livelli di suono, e molte parti sono “sotto”, non immediatamente identificabili ma presenti e importanti.
S: A proposito: un certo tipo di musica orchestrale, come la vostra, soffre molto, secondo me, della produzione moderna, spesso super compressa e schiacciata, a scapito della dinamica, del respiro dei brani. Cosa ne pensi?
O: Sono totalmente d’accordo. In Germania, per esempio, la musica che esce dalle radio è super compressa; non servirebbe tutta quella compressione…
S: … a parte per i Rammstein, ovviamente! (risate)
O: Si, a parte loro! È come ascoltare la musica classica alla radio, non c’è alcun piacere, non riesci a percepire la dinamica degli strumenti, e sei costretto ad alzare al massimo, distorcendo poi il suono. Mi piacerebbe molto che il suono fosse meno compresso, più naturale, ma il processo di mixing e mastering comporta inevitabilmente tagli di quel genere.
S: Qual è la tua opinione sulla scena metal mondiale, e in particolare su quella scandinava, che sempre di più sforna prodotti di altissima qualità, cosa che spesso non avviene nel resto d’Europa?
O: Credo che il mondo intero possa imparare, musicalmente parlando, dalla Scandinavia. Lì ti pagano gli studi musicali, hai i soldi e il supporto che ti serve. In Germania è molto diverso, e molto più difficile. Qualcuno ha detto una volta: “la qualità di una società si misura con il numero di artisti che produce”.
S: Parliamo del futuro. State scrivendo qualcosa di nuovo, con i Kamelot? C’è qualcosa che i fans dovrebbero sapere?
O: Stiamo lavorando su alcune idee; probabilmente sarà un concept album, non posso ancora dirti su quale argomento, ma inizieremo a registrare alla fine di questo tour.
S: Pensi di essere meglio come chitarrista, o come tastierista? O ti reputi piuttosto un compositore, e poi un musicista?
O: Beh, il pianoforte e la chitarra sono due grandi passioni, è come avere due fidanzate!!
S: Potrebbe essere un problema, allora!! (Risate)
O: Yeah, devo starci attento! Con il piano suono tanti stili differenti, faccio anche del jazz, quindi ho molte più fonti da cui trarre ispirazione.
S: Ok, Oliver, un’ultima domanda, anzi due: la mia fotografa (Greta, good job Gre! N.d.S.) è molto timida, ma vorrebbe sapere che marca di balsamo usi, visto che è innamorata dei tuoi capelli!!! (Risate generali)
O: Pantene!!! (risate) Ne ho provati tantissimi, anche roba molto costosa, ma alla fine la scelta migliore è shampoo e balsamo Pantene!
S: Ahah, potresti fare l’endorser ufficiale!!! (risate)
O: Ahah, buona idea! Non ci avevo pensato!
S: Anne, come sei entrata in contatto con i Kamelot? Come sei diventata la loro backing vocalist?
A: Oliver, che è un mio vecchio amico, mi informò che i Kamelot stavano cercando una corista per i loro tour, così ho fatto un provino, e sono stata scelta.
S: Da quanti anni collabori con la band?
A: Sono con loro dal tour di “Black Halo”.
S: Qual è una delle tue cantanti preferite, quella che potresti definire un’ispiratrice per te?
A: Ah… Barbara Streisand! Poi ti citerei sicuramente i Dream Theater.
O: Ah, tra i miei pianisti preferiti c’è di certo Gonzalo Rubalcaba, un pianista cubano che adoro; poi Chick Corea, Herbie Hancock, Charlie Parker, e poi J.S. Bach.
S: Ok, Oliver, grazie per la tua disponibilità, e grazie anche alla bella Anne!
O: Grazie a voi, è stato un piacere! A presto, e divertitevi al nostro show!
Grazie ancora a Nicolò e Francesco, con cui ho condiviso l’attesa e le domande, alla brava fotografa Greta, e ad Oliver Palotai, un artista gentile e disponibilissimo.
Intervista a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 18 mag 2008 alle 13:29

Questa è un'Intervista con la I maiuscola, altro che quel pallone gonfiato di Don Dokken!!!

Inserito il 27 apr 2008 alle 22:44

Bella lunga.... non la smettevamo mai di parlare!