Wheels Of Fire: la strada brucia di nuovo!

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Sono convinto sia accaduto anche a parecchi dei nostri Gloriosi lettori ... fissare la propria adorata catasta di Cd (o, se preferite, scrutare il file system dei vari dispositivi di archiviazione dati ...), molti dei quali ancora inascoltati, e finire per scegliere quel disco già sentito un sacco di volte, capace costantemente di trasmettere una dose importante di benessere psico-fisico. Nei tempi recenti a me è successo spesso (e continua a succedere, ma non ditelo al Graz, che ho un sacco di arretrati da recensire ...) che il prescelto fosse “Begin Again”, il terzo albo dei Wheels Of Fire in cui l’allineamento tra i pianeti dell’arena rock e dell’AOR si realizza in maniera precisa e straordinariamente favorevole, garantendo all’astante una soddisfazione cardio-uditiva piena e appagante. Impossibile, a questo punto, non affrontare la questione in maniera più circostanziata, interpellando per l’occasione un disponibilissimo Davide “Dave Rox” Barbieri, valente cantante di una vera “eccellenza italica” della scena melodica internazionale.

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Buongiorno Davide, benvenuto e complimenti per il vs. nuovo “Begin Again”, un album che monopolizza i miei ascolti (distogliendomi, tra l’altro, dai miei obblighi di “recensore della gloria” …) già da qualche tempo! E allora cominciamo proprio da qui ... a distanza di alcuni mesi dalla sua pubblicazione, soddisfatti di come è stato accolto il vostro albo dalla “comunità melodica”? C’è qualcosa che è stato scritto o detto che vi ha fatto particolarmente piacere e, viceversa, qualcos’altro che vi ha dato proprio fastidio?
Ciao Marco! Grazie mille per averci concesso questa intervista e per le bellissime parole spese nel recensire il nostro nuovo album. Dobbiamo dire che siamo molto contenti dei feedback che abbiamo ricevuto e che stiamo tutt’ora ricevendo. Ci sono state davvero tante belle recensioni.
Una cosa che ci ha fatto tanto piacere leggere è quando riconoscevano in noi una certa personalità.
Pur sapendo benissimo di non aver inventato assolutamente nulla di nuovo nel genere, trovavano in noi una band col proprio suono e stile.
Tra il secondo “Up For Anything” e questo nuovo disco sono dovuti passare sette anni ... cos’è successo durante questo lungo periodo di assenza? La genesi di “Begin Again” è stata particolarmente complicata? Raccontaci tutto …
Diciamo che in questi sette anni ci sono stati altri progetti paralleli che hanno visto luce, come ad esempio Charming Grace, Room Experience e Raintimes. Quindi il processo di scrittura del nuovo album è andato avanti un po’ più lentamente. Ma questi anni passati ci hanno visto maturare molto artisticamente e questo si riflette tanto nel nuovo disco. Questo non vuol dire che per fare dei buoni dischi debbano necessariamente passare sette anni l’uno dall’altro! Poi sai, se facessimo solo questo di mestiere, sarebbe tutto più facile.
Per quanto mi riguarda, l’album non ha evidenti debolezze ... composizioni, tecnica esecutiva, interpretazioni, suoni, grafica, persino ... ehm, le liner notes ... tutto è stato curato nei minimi particolari. C’è qualcosa che “senti” poteva funzionare meglio, oggi che potete analizzare il vostro lavoro in maniera più “distaccata”?
Devo ammetter che a distanza di qualche mese personalmente continuo ad ascoltare il disco senza che questo mi stanchi e ciò è stra-positivo, vuol dire aver lavorato al massimo per ottenere proprio quello che volevamo e sentivamo, cercando di curare ogni dettaglio nel minimo particolare. Poi si sa, c’è sempre da migliorare e il nostro obiettivo è proprio quello, cercare di alzare l’asticella sempre di più.

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Abbiamo accennato all’eccellente livello sonoro dell’incisione, un risultato a cui ha contribuito fattivamente Roberto Priori in “cabina di regia” ... quanto importante sono stati il suo gusto come musicista, la sua esperienza e la sua comprovata preparazione per il conseguimento del risultato finale?
Lavoriamo con Roby ormai da più di dieci anni. Personalmente ritengo sia stata una persona importantissima per la crescita della band. Tra i mille consigli e gli aiuti, la sua enorme esperienza che ha messo sempre a nostra disposizione, la sua continua voglia di crescere ed evolversi sempre più, tutto questo unito alla grande amicizia che ci lega ha fatto sì che si creasse un rapporto lavorativo fantastico. La stima che ho per lui è davvero infinita.
Al disco hanno preso parte anche Pierpaolo "Zorro" Monti e Gianluca Firmo, per un team “allargato” a firma Burning Minds Music Group in costante e progressiva crescita ... in una “scena” tradizionalmente costellata di piccole invidie e ripicche, qual è il “segreto” di una partnership così fruttuosa?
Esatto, “Zorro” ha scritto il testo di “Another Step In The Dark” e Gianluca di “Call My Name”, due testi splendidi e molto diversi tra loro. Il segreto sta semplicemente nel sapere in quali persone poter contare sempre e "Zorro" e Gianluca sono proprio tra queste. E’ una fortuna poter collaborare in questo team dove, come hai giustamente sottolineato tu, l’invidia non esiste ma solo tanta tanta passione e tanta voglia di crescere, migliorare per fare cose di cui essere orgogliosi.
Altra questione piuttosto dibattuta ... la “credibilità” internazionale del melodic rock tricolore ... la situazione è finalmente migliorata parecchio, a forza di evidenze artistiche difficili da confutare ... mi sembra, però, che rimangano ancora delle piccole “sacche” di pregiudizio ... cosa ne pensi?
Negli ultimi anni la scena del melodic rock italiana è andata crescendo sempre più. Sono usciti tanti dischi bellissimi. Ormai è inutile nascondersi o negarlo a prescindere, in Italia facciamo sul serio e non abbiamo più molto da invidiare ad altre realtà e paesi che in passato e tutt’ora sono il top per questo genere. Purtroppo, come sottolinei tu, c’è ancora chi per partito preso boccia a priori qualsiasi cosa esca da band italiane invece che supportarle.

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Impossibile non chiederti qualcosa su quali sono le prossime tappe live dei WoF ...
Sabato 7 dicembre saremo al Dedolor di Rovellasca (CO), bellissima serata in compagnia dei nostri amici Danger Zone (anche loro fuori col nuovo bellissimo album). Mentre sabato 20 dicembre suoneremo al Rock Your Xmas Fest allo Slaughter di Paderno Dugnano (MI), insieme ai Soul Seller e Saints Trade.
Headliner della serata saranno i Bonfire! Non mancate!!!
E sempre a questo proposito, quanto è importante la performance dal vivo per un gruppo come il vostro?
Suonare dal vivo è essenziale direi, dove dopo mesi (anni in questo caso, hahaha) passati a programmare e a pensare al disco finalmente si sale sul palco e tutto prende vita. Dove si può vedere inoltre la reazione della gente ai nuovi brani. E quando vedi che il pubblico apprezza e si diverte con te, beh questo ti riempie di gioia.
Inevitabile domanda sui “progetti” futuri … non vorrete mica farci aspettare altri sette anni …
Assolutamente no, promesso! A breve partiremo col scrivere nuovi pezzi e già ce ne sono alcuni in cantiere. Mi piacerebbe col prossimo disco far uscire un bonus cd ri-registrando dei pezzi di “Hollywood Rocks” per renderli più attuali diciamo, facendo così registrare le tastiere al nostro nuovo membro Federico De Biase che già ha fatto un super lavoro nel nuovo disco (sono assolutamente d'accordo n.d.r.) ... vediamo se sarà fattibile.
Dimmi un pregio e un difetto dell’essere “italiani” e suonare hard-rock melodico …
Non saprei dirti pregi o difetti, l’importante è farlo con tanta passione e devozione. Personalmente è il genere che ho sempre ascoltato, che più mi appartiene e mi viene naturale fare.

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Nelle vesti di “maturo” frequentatore appassionato delle vicende del rock n’ roll, vivo con un certo disagio il fatto che oggi le “sorti” di un gruppo musicale (e non solo, in realtà ...) siano legate ad aspetti effimeri come le visualizzazioni su youtube, i passaggi sulle piattaforme di streaming o, peggio ancora, il numero di “seguaci” sui social media ... voi che siete parte attiva di questo “business” sempre più “virtuale”, come vi rapportate con tale situazione?
Oggi come oggi essere presenti nel mondo “social” è effettivamente molto importante. Anche noi non essendo più di primo pelo facciamo un po’ fatica a star dietro a queste cose e a rimanere sempre aggiornati su quale sia il social del momento. Però è innegabile che queste fonti ti diano tanta visibilità e questo è molto importante. Riuscire ad avere sempre più followers a cui far conoscere le attività della band, dai concerti alle uscite e release varie, è un grosso aiuto per farsi pubblicità.
Siamo alla fine, grazie di tutto (compreso l’onore di avermi offerto la gratificante possibilità di occuparmi delle note del disco!) ... lascio a te le ultime parole dell’intervista ...
Siamo noi a dover ringraziare te Marco! Hai scritto parole bellissime che per noi vogliono dire davvero tanto. Invitiamo tutti i lettori che ne avessero il piacere a venire a qualche nostro concerto e a supportare la scena, ne abbiamo bisogno.
Rock On!!!
Intervista a cura di Marco Aimasso

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