Valentino Francavilla: un autodidatta nel metal classico anni '80

Ciao Valentino, innanzitutto ti faccio i miei complimenti per "Heavy Chains", album che, se non sbaglio, hai pubblicato a settembre 2018 e di cui parleremo meglio tra poco. Come prima cosa ti chiedo, se ti va, di presentarti brevemente ai lettori di Metal.it: chi è Valentino Francavilla e come è arrivato sulle pagine del nostro sito?
Ciao a tutti!
Inizio ringraziando Metal.it per lo spazio e il tempo che mi ha dedicato.
Sono un ragazzo di 26 anni appena compiuti e amo alla follia la musica tanto quanto amo la mia chitarra e l’heavy metal old school; abito in un piccolo paese in provincia di Treviso e ho pubblicato di recente il mio primo album di debutto, “Heavy Chains”, completamente autoprodotto; colgo l’occasione per annunciare che sto lavorando su un secondo cd, che probabilmente uscirà nell’inverno/primavera 2020.

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E ora parliamo proprio di "Heavy Chains": come sei riuscito a scrivere, comporre, suonare, cantare, registrare e pubblicare un album di tale qualità praticamente da solo e dal nulla?
Per rispondere adeguatamente a questa domanda un rotolo di carta Foxy mega probabilmente non basterebbe, ma cercherò di essere breve ed esaustivo.
La musica per me è sempre stata la priorità di fronte a tutto, quindi alla scuola, al lavoro e alle relazioni; dopo quasi una decina di anni passati a lavorare e studiare cose completamente estranee al mondo musicale, ho semplicemente capito che era ora di fare il lavoro dei miei sogni, quello che ogni giorno mi ricordava per quale motivo mi svegliavo al mattino!
Così ho preso i miei risparmi, ho venduto alcuni strumenti e ho comprato tutto il necessario per mettere in piedi un piccolo studio di registrazione nel mio garage di casa; quindi ho iniziato a comporre pensando alla magia che mi regala questo genere unita alla piccola maturità musicale che sto (spero) acquisendo con la pratica e le esperienze; finito di comporre, e registrati tutti gli strumenti, ho deciso di far mixare e masterizzare l’album dal mio amico Rocco Pezzin, poiché ho sempre cercato di rendere i miei lavori il più possibile professionali, non avendo chiaramente dei mezzi di partenza sufficientemente qualitativi rispetto ad uno studio serio.
Ma è vero che sei completamente autodidatta, non hai mai preso lezioni e componi, suoni e canti praticamente ad orecchio?
Si! Ho sempre pensato che la musica prima di tutto è una cosa astratta e quindi l’ho sempre suonata d’istinto ed orecchio, non sapendo nulla riguardo la teoria e il linguaggio musicale; tutto questo fino a due mesi fa.
Di recente, dopo 13 anni da autodidatta, mi sono iscritto ad una accademia musicale, poiché in futuro mi piacerebbe insegnare e dare nozioni utili a chi si approccia allo strumento. Fino ad ora ho sempre fatto dimostrazioni o piccole lezioni di pratica individuali, ma non mi sono mai permesso di insegnare chitarra dal punto di vista teorico perché la via che ho usato per imparare a suonare credo sia molto individuale; fortunatamente con gli studi sono già ad un buon punto, quindi presto inizierò a dare lezioni di chitarra; nel cuore resterò comunque sempre autodidatta, la scuola fornisce mezzi utilissimi per migliorarsi e completarsi a livello musicale, in molti casi forma un musicista da zero, ma sono sempre convinto che il lavoro si fa a casa con la dedizione, il tempo e la pratica; la musica nei libri è spiegata come matematica, ma a livello pratico e di ascolto trasmette emozioni e sensazioni, cosa che la matematica in sé e per sé difficilmente farebbe.
A proposito di suonare e cantare, ascoltandoti (e guardando i tuoi video) emerge la tua natura di chitarrista, peraltro di eccezionale valore: come mai ha deciso anche di occuparti delle parti vocali? Ti viene naturale come imbracciare la chitarra o è frutto di una scelta più ragionata e meno istintiva?
Bella domanda!
Purtroppo cantare non mi viene naturale come imbracciare la chitarra, poiché il mio approccio al canto è iniziato tardi rispetto a quello con lo strumento a sei corde, sono comunque contento di esser riuscito a rendere la mia voce una risorsa utile perché, con la pratica svolta, riesco a inserirla nei miei brani o in quelli di altri artisti che comunque apprezzano anche il mio lato vocale.
Quindi sicuramente è frutto di una scelta più ragionata che istintiva perché, almeno dalle mie parti, non trovavo cantanti adatti a quello che volevo fare.
Guardando al tuo stile e alla tua proposta, il periodo di riferimento e le muse ispiratrici traspaiono in modo chiaro: fine anni '80, metal classico e U.S. power, virtuosismo tecnico ai massimi livelli. Eppure la tua musica, per quanto ancorata al passato, suona fresca, godibile e personale: come credi di esserci riuscito?
Sicuramente gran parte delle mie influenze derivano dal periodo da te citato, sono un amante di tutta la scena heavy metal anni ‘80; molti sono i miei idoli, tra cui a botta calda cito Riot, Helloween, Stormwitch, Warlord, Motley Crue, Dokken, Racer X, Loudness, Malmsteen, Judas Priest, Iron Maiden e via discorrendo.
Ho cercato di mantenere vivo questo genere dandogli, spero, un tocco personale e moderno, utilizzando dei suoni più recenti; questo chiaramente sta alle persone deciderlo ma la mia intenzione era questa!
Raccontaci un po' come nasce e si struttura il tuo processo compositivo: parti da un riff? Da un'idea di assolo? Cammini per strada, ti ritrovi a fischiettare un motivetto e inizi da lì? Ti chiudi in camera con la chitarra e suoni a briglia sciolta finché non salta fuori qualcosa di valido?
In verità il mio processo creativo è molto semplice; nella maggior parte dei casi avviene quando prendo in mano la chitarra senza l’obbiettivo di comporre, ma solo la voglia di suonicchiare improvvisando; poi strimpellando capita un riff interessante, così mi viene la voglia di lavorarci e farne una canzone; altre volte invece, proprio come hai ipotizzato tu, il processo creativo avviene mentre sto svolgendo mansioni banali della vita e mi passa per la testa una melodia, cosi prendo subito il telefono o la prima cosa che ha la funzione di registrare e canticchio il motivetto per ricordarmelo e comporre un brano in seguito.
Quanto ti dedichi, se lo fai, ai classici esercizi? Immagino che tra lavoro e vita quotidiana non sia molto il tempo che puoi dedicare allo studio (fermo restando, come ci siamo detti, che hai la fortuna di essere baciato da un talento naturale).
In passato sicuramente ho dedicato molto tempo a praticare lo strumento con esercizi o imparando brani che erano ad un livello superiore rispetto al mio; ho ricordi di giornate passate sullo strumento anche per 9 o 10 ore; tuttora mi esercito sempre, chiaramente con tutti gli impegni della vita non è mai semplice suonare molto e farlo con concentrazione, perché si è sempre condizionati da quello che succede al di fuori della sfera musicale; sto cercando comunque di risolvere questo dedicando il mio tempo lavorativo solamente alla musica, e un giorno vorrei che questa mi garantisca una stabilità economica. Sto sognando?
Ci hai detto che abiti in un paesino alle porte di Treviso: com'è la scena musicale dalle tue parti? Esistono locali dove si suona dal vivo? E, salendo di difficoltà: riesci a portare in giro una proposta come la tua, che, rifacendosi al classico metal degli anni '80, sembra rivolta non solo ma principalmente ad un pubblico ben definito?
Di recente ho avuto una esperienza come turnista all’estero, di preciso in Norvegia, e mi sono reso conto che fuori dal mio piccolo paese è un altro mondo; qui in Italia ho suonato in diverse realtà, qualcuna più grande (come Shg Music Show a Milano, Guitar Show a Padova, qualche teatro), ma per la maggior parte si tratta di mini realtà come bar o localini, mentre in Norvegia ho notato che i grandi eventi e festival sono più sponsorizzati e finanziati rispetto a dove vivo; chiaramente sono consapevole di suonare un genere di musica mirato ad un certo tipo di pubblico, ma la più grande soddisfazione ricevuta con questo album e alcuni show qui in Italia è stata di ricevere messaggi di approvazione, per la maggior parte di persone amanti del genere ma anche da una piccola parte formata da persone estranee al mondo del metal, che hanno comunque apprezzato l’album e i pochi concerti fatti.
Tornando ad "Heavy Chains", in pratica ti sei occupato tu anche della distribuzione del disco, senza appoggiarti a nessuno: posso solo immaginare quanto sia complicato farsi conoscere e ancor di più vendere. Hai fatto ricorso a YouTube e Facebook per guadagnare un po' di visibilità. Altro? Come ti stai muovendo, se ti stai muovendo, per provare a farti notare ed emergere in un mondo sempre più dominato da nuove tecnologie ed ascolti "mordi e fuggi"?

Ammetto che essendo la mia prima esperienza è stata davvero dura; per quanto riguarda comporre e registrare l’album, anche se è stato molto impegnativo, penso di essermela cavata decentemente, mentre per quanto riguarda la distribuzione e quel poco di marketing che potevo fare da solo, non penso di esser stato molto bravo!
Purtroppo ho capito che per distribuire un prodotto musicale in questa epoca moderna bisogna avere a disposizione molti soldi per sponsorizzare la propria immagine e l’album stesso, a meno che non si abbia la fortuna di entrare nel cuore della gente ed essere condivisi sui social da migliaia o milioni di persone. Dopo la data di pubblicazione ho ricevuto qualche proposta da piccole case discografiche estere, ma valutati i contratti ho declinato le offerte, poiché non valorizzavano per nulla il mio prodotto, né a livello economico né di distribuzione, portando vantaggi quindi solamente al proprietario della casa discografica.
Continuo ad usare i social e soprattutto YouTube come risorsa per cercare di arrivare alle orecchie di più persone possibili.
Bene Valentino, siamo quasi alla fine: aggiungi pure quello che desideri anche se non incluso nelle domande, dopo di che ti ringrazio molto per il tempo che ci hai voluto dedicare e a nome di Metal.it ti rivolgo un enorme "In bocca al lupo" per la tua carriera che speriamo decolli presto: continua così!
Ringrazio tutte le persone che hanno letto questa intervista e le invito ad ascoltare il mio album gratuitamente su YouTube o altre piattaforme di streaming. Se interessati, il disco fisico è disponibile su richiesta; mi trovate su tutti i social principali! Grazie di nuovo a tutti!

Intervista raccolta da Diego Cattaneo
Intervista a cura di Ghost Writer

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