Uriah Heep: 45 years of rock!

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Gruppo:Uriah Heep

Io non devo essere particolarmente fortunato con le interviste… Quattro anni fa mi era stata data l’opportunità di intervistare Phil Lanzon degli Uriah Heep, in occasione dell’uscita del loro disco “Into the wild”, e il tastierista si era limitato a semplici, cortissime e svogliate risposte. Qualche mese fa, dopo l’uscita di “Live at Koko” ho avuto l’occasione, di nuovo, di scavare nella carriera di una delle band seminali della scena hard rock mondiale. Questa volta il mio interlocutore è stato Russell Gilbrook, e mi è andata ancora peggio della volta precedente. Il batterista ha risposto alle domande in maniera inversamente proporzionale alla foga che mette nel suonare il suo strumento, e questo di seguito è il misero resoconto di un’intervista travagliata (c’ha messo anche 3 mesi a mandare indietro le domande…). Non mi esprimo riguardo la poca voglia di promozionare al meglio i propri lavori, e lascio a voi le conclusioni…

Ciao Russell, e benvenuto sulle pagine di MetalHammer.it. Iniziamo parlando delle prossime mosse in casa Uriah Heep. State già lavorando al nuovo album? Avete già un’idea approssimativa di quando possa uscire?
Ciao Roberto. Sicuramente pubblicheremo un nuovo album, ma ancora non abbiamo iniziato a scriverlo, per cui non posso ancora dirti una data certa riguardo la sua uscita.
Cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo disco? Seguirà le orme di “Into the wild” e “Outsider” o ci sarà qualche sostanziale novità?
Non abbiamo idea di che tipo di album sarà finché non lo avremo scritto.
Uscirà sempre per la Frontiers Records? Ormai sono diversi anni che lavorate con loro, quindi immagino siate soddisfatti della promozione che ricevete…
Finché non inizieremo a scrivere l’album e non vedremo che tipo di offerta ci farà la Frontiers non potremo prendere una decisione.
A Gennaio avete pubblicato “Live at Koko”, un nuovo album dal vivo, l’ennesimo della vostra lunga carriera. Pensate che quella live sia la dimensione più consona agli Uriah Heep o preferite esprimervi in studio?
Personalmente amo suonare dal vivo in quanto mi piace osservare la reazione dei fans. È anche vero, però, che registrare un album in studio ti da un grande senso di soddisfazione, soprattutto quando ascolti il mix finale dei nuovi pezzi che hai scritto.
Restando in ambito live, l’anno scorso avete suonato un’unica data in Italia al Baloma Bikers Fest, in Molise. Io ero presente e ricordo un’accoglienza del pubblico particolarmente calorosa. Hai qualche ricordo particolare di quello show e di quella terra o per voi è stato un semplice concerto come tutti gli altri?
Ad essere onesti, quando suoni 140 concerti in un anno è abbastanza difficile ricordarsi di uno show in particolare. Quello che voglio dirti, però, è che il pubblico italiano è molto caldo quando va ai concerti rock e l’atmosfera dei festival è sempre fantastica.
Quest’anno ricorre il 45ennale dell’uscita del vostro primo disco, “Very ‘eavy… very ‘umble”, capolavoro stampato il 13 Giugno del 1970. Intanto complimenti per il traguardo raggiunto… Pensate di celebrare questo evento con qualcosa di particolare? Ci sarà una ristampa deluxe o un tour commemorativo?
Noi del gruppo non abbiamo affrontato l’argomento, quindi non è stata presa nessuna decisione da parte nostra. Se per caso verrà pubblicata un’edizione deluxe dell’album sarà una scelta soltanto della casa discografica.
Come abbiamo appena detto, sono ormai 45 anni che siete sulla scena rock internazionale. Nei vostri piani c’è l’intenzione di continuare ancora per molti anni o preferireste chiudere in bellezza con un ultimo ottimo album seguito da un ultimo tour di addio?
Quando ce l’hai nel sangue, semplicemente continui a fare tour e registrare, cercando di soddisfare il maggior numero di fans in giro per il mondo.
Nei primi anni della vostra carriera siete vissuti, secondo me estremamente a torto, all’ombra di altre grandi band come Deep Purple, Led Zeppelin e Black Sabbath. La stampa dell’epoca non è stata molto benevola nei vostri confronti. Secondo voi a cosa era dovuto tutto questo astio verso voi e la vostra splendida musica?
Qualcuno doveva essere l’obiettivo degli attacchi della stampa, e purtroppo furono gli Heep. Mi dispiace per quelli che ci criticavano, ma noi siamo ancora qui in tour dopo 45 anni… Ha Ha per loro…
Il 21 Maggio, ricorreva il secondo anniversario della morte di Trevor Bolder. So che è un argomento triste da trattare, ma vorrei che lasciassi due parole su di lui ai nostri lettori.
Trevor era veramente un grande uomo e un grandissimo bassista. Aveva uno stile unico nel suonare e amavo ogni singola nota che suonava. Per me, poi, che sono un batterista, era estremamente facile suonarci insieme, ed è stato un privilegio poter dividere il palco con lui che è stato un’icona del rock.
Siamo alla fine e ti ringrazio per la tua disponibilità. Lascio a te la parola per un saluto ai lettori di MetalHammer.it…
(risposta non pervenuta…)
Intervista a cura di Roberto Alfieri

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 12 ott 2016 alle 12:53

Voleva dimostrare umilta' calandosi nei panni di Uriah Heep(anche se la critica lo apostrofo' menzognero) :) Ma sono stati loro e anzi G.Bron decise per loro il nome ispirato al romanzo "David Copperfield".E gli porto' fortuna pur se di talento e genialita' trattasi.Uno sguardo alla prima parte della discografia e si intravedono irripetibili albums di hard rock: 1970 - Very 'eavy...Very 'umble 1971 - Salisbury 1971 - Look at Yourself 1972 - Demons & Wizards 1972 - The Magician's Birthday 1973 - Sweet Freedom 1974 - Wonderworld 1975 - Return to Fantasy 1976 - High and Mighty 1977 - Firefly 1977 - Innocent Victim 1978 - Fallen Angel 1980 - Conquest

Inserito il 29 set 2015 alle 18:03

ahahaha manco ha risposto all'ultima :D

Inserito il 27 set 2015 alle 14:37

hai perfettamente ragione, ennio... per quanto possa risultare noioso, il lavoro di promozione fa parte del gioco... che ci vuole ad essere un po' meno stringati? quando ho letto le risposte la prima volta mi sono cadute le braccia a terra...