Sabaton (Pär Sundström): Metallo eroico dalla Svezia!

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Gruppo:Sabaton

Metal.it ha intervistato Pär Sundström, bassista dei Sabaton, durante il promo-day di "Heroes", nuovo album della band in uscita a maggio 2014. Una lunga chiacchierata fra passato, presente e futuro del bellicoso gruppo svedese. Buona lettura!

Benvenuto Pär sulle pagine di Metal.it! Come va? Come ti senti qui in Italia?
Grazie, è un piacere! Sono molto contento di essere qui! Vedi, dopo il nostro ultimo album "Carolus Rex" non siamo stati in grado di venire in Italia, in quanto non c'era molto interesse verso i Sabaton, purtroppo. Poi, parlando con la mia etichetta, abbiamo chiesto se questo interessamento fosse aumentato o almeno creato e la risposta è stata: "Forse..." Allora la risposta è subito stata: "Andiamo! Anche per una sola intervista!" Abbiamo voluto fortemente venire in Italia, perché è uno di quei paesi dove vogliamo innalzare la notorietà dei Sabaton. Siamo venuti qui soprattutto per i fans, ma ora, come puoi vedere, abbiamo tutto il giorno pieno di impegni! È fantastico, immagina quanto felice posso essere! L'ultima volta solamente tre interviste, ora una intera giornata per me e Joakim! Dunque sono molto contento di essere qui, di avere così tanti fans che ci supportano, di incontrare giornalisti come te che vogliono parlare con noi!
Benissimo! Cominciamo con l'attualità. State per partire per un nuovo tour negli USA, Canada, Messico. Cosa vi aspettate da queste date?
Il tour negli USA è con gli Iced Earth e sarà il più grande per noi in quel territorio. Siamo ancora una band relativamente piccola in America, abbiamo appena iniziato a suonare là. I Sabaton stanno crescendo molto nei paesi europei, ma, come ti ho già detto, negli USA siamo ancora poco conosciuti. Abbiamo suonato in piccoli locali con veramente poca gente, quindi abbiamo deciso di supportare una band più nota per fare un po' di date. Appena abbiamo tempo, cerchiamo sempre di andare nei posti dove ci conoscono di meno per aumentare il numero del nostro pubblico. Non ci sono nemmeno molti festival o stazioni radio, dunque la maniera per farci conoscere è proprio quella di supportare qualcuno più importante e girare per il territorio facendo quello che ci piace, suonare.
Sai dirmi qualcosa di quello che è successo riguardo alla vostra data in Cile?
Purtroppo è saltata, non ci abbiamo suonato per colpa del promoter, per nulla serio. È molto triste...
Però avete in programma il Messico...
Sì! Ogni volta tentiamo di recarci in nuovi paesi. In America centro-meridionale è molto difficile. I Sabaton non sono mai andati. Il Cile doveva appunto essere il primo show, ma è stato cancellato. Ti ripeto, sono molto triste per questo, mi dispiace per i fans che vivono in quella parte del mondo e questi sfortunati eventi sono causati spesso dai promoter non seri, incapaci di programmare gli spettacoli. Sono affranto nel pensare che qualcuno vada a comprare un biglietto e poi si veda la data annullata. C'è troppa gente stupida intorno ai concerti!
Torniamo ora in terra italica. Siete stati qui, a Milano, nel 2012. Pensate di tornare, quest'anno o il prossimo, per il tour di "Heroes"?
Certamente! Ovviamente non posso dirti la data ed il luogo! Ad esempio quest'estate noi ci focalizziamo sui principali festival in Europa, ma qui non ce ne sono, purtroppo. Stiamo dunque pensando al da farsi, speriamo che nel frattempo arrivi notizia di qualche festival per venire al più presto! Però ora sono contento, in quanto vedo interesse verso i Sabaton in Italia! Verrei comunque a suonare per poca gente, non mi interesserebbe...
Sai, Pär, la situazione del Metal in Italia non è proprio delle migliori...
Lo so! Molti miei colleghi di altre band dicono di non andare in Italia perché la situazione è brutta, ma a noi non interessa! Noi vogliamo assolutamente suonare qui! Ci siamo accorti che i fans sono molti ed abbiamo anche capito perché a volte questi non vanno ai concerti: perché le band non restituiscono quello che ricevono! Ma è sbagliato! Bisogna andare per invogliare la gente, attirarla, far diventare tutti fans dei Sabaton (ride, ndr.)!
Grande! Puoi dire qualcosa ai fans italiani del Sabaton Open Air?
L'idea è scaturita come un release party di "The Art of War" nel 2008. Abbiamo cominciato un one day festival al coperto, poi il concetto si è evoluto, doveva essere qualcosa di più grande. Ora stiamo andando verso il sesto anno, con un open air da tre giorni! Abbiamo invitato molte band che ci piacciono molto, avendo così tanto spazio disponibile. L'idea del festival è bella sia per noi che per i fans. Vengono da tutto il mondo, 25-30 paesi, molti anche dall'Italia. Ovviamente per noi è una data speciale, irripetibile, essendo a casa e ad un nostro festival.
Hai parlato dei fans italiani, cosa ne pensi di noi? Siamo i più "caldi", come viene detto spesso? Ho visto lo "Swedish Empire Live DVD" e i polacchi sono stati fantastici! Che folla immensa!
Ti racconto una cosa...Durante l'ultimo tour, il primo per i nostri chitarristi, abbiamo viaggiato molto e quando siamo arrivati in Italia sapevamo che ci sarebbe stata meno gente rispetto ai concerti dei giorni precedenti. Ma devi sempre pensare che qui i numeri non contano! Ho detto ai ragazzi che in Italia non importa quante persone ci sono al concerto, perché queste si sarebbero sentite all'ennesima potenza. Subito non ci credevano, dicevano che non si possono confrontare con le migliaia di altri fans viste nelle date dei giorni prima. Io dissi: "Aspettate e vedrete!" Gli italiani cantano ad alta voce, ti danno molto. Seguono tutto con la voce, persino gli assoli di chitarra! L'Italia è l'unico posto dove i fans cantano gli assoli! Assolutamente fantastico.
Ora voglio chiederti una curiosità. Quando preparate un concerto come scegliete la setlist? Avete un procedimento ben preciso?
Sai, è molto difficile! Solitamente guardiamo cosa i fans vogliono! Però puoi appoggiarti a iTunes, Spotify, ecc. per farti un'idea. Attraverso questi servizi puoi vedere quali sono le canzoni più popolari in quel luogo. Ad esempio, se suoniamo qui a Milano, possiamo guardare quali sono i pezzi più ascoltati e li scegliamo. Ti voglio sottolineare che noi non vogliamo suonare quello che piace a noi, ma quello che vuole il pubblico! A noi più o meno piacciono tutte le nostre canzoni, ma per i fans è diverso, hanno le loro preferite. Noi diamo loro quello che vogliono sentire. La cosa che ci importa di più è la felicità dei nostri fans.
Infatti voi chiedete spesso ai fans durante i concerti quale canzone vogliono sentire, vero?
Certo! Noi siamo lì per loro! Quello che vogliono sentire noi lo suoniamo!
Bene, Pär, cambiamo argomento! Passiamo agli album e soprattutto al nuovo "Heroes". Prima di tutto, i Sabaton hanno subito una variazione di line-up, qualcosa è cambiato in fase di songwriting?
Per la prima volta nella storia dei Sabaton altri membri sono stati inclusi nel songwriting. Non era mai accaduto in passato! Questo è molto bello! Idee fresche, ma sempre di base sabatoniana. Quindi qualcosina è cambiato nel songwriting, ma il sound è rimasto invariato.
Tornando per un attimo a "Carolus Rex". Il disco ha avuto grande successo e in Svezia avete raggiunto il Platino. Qual è la tua canzone preferita dell'album e, se potessi, cambieresti qualcosa in un full-lenght così importante per voi e per la vostra carriera?
Allora, la mia preferita è "A Lifetime of War" cantata in svedese, come sai ci sono due versioni di "Carolus Rex", una in inglese e l'altra in svedese. Appunto la versione nella nostra lingua madre, ovvero "En Livstid i Krig", è quella che preferisco. È una grande canzone e suonarla dal vivo, in Svezia, è incredibile! È anche diventata una hit nel nostro paese! Se avessi la possibilità di cambiare qualcosa...Ci sono delle canzoni che non si esprimono alla giusta maniera. Sono state composte in un periodo strano e significativo per i Sabaton, durante un cambiamento di line-up. Alla fine delle registrazioni eravamo rimasti solo io e Joakim nella band, abbiamo fatto tutto per l'album. Lui ha registrato delle chitarre ed altre cose. Abbiamo dovuto fare tutto da soli per finire il disco. Ecco, avrei voluto un paio di settimane in più per la portata a compimento di "Carolus Rex".
Spero che ora la situazione si sia stabilizzata...
Sicuramente! Ora l'ambiente è diverso nella band, siamo tutti felici.
Bene! "Carolus Rex" era un concept basato sulla storia svedese. Con "Heroes" tornate al classico stile Sabaton, più vicino a "Coat of Arms". È stata una scelta o è avvenuto tutto spontaneamente?
È stata una scelta! "Heroes" rappresenta quello che per me è il classico stile Sabaton. L'idea c'era già quattro anni fa, quando stavamo scrivendo "Coat of Arms" avevamo in mente qualcosa in relazione a Witold Pilecki, quello che è diventato il protagonista della canzone "Inmate 4859". Avevamo letto la storia e deciso che doveva nascerne un pezzo. Ma non era adatto per "Coat of Arms", dunque la scelta fu di inserirlo in un altro album, che ovviamente non poteva essere "Carolus Rex". Come vedi l'idea alla base di "Heroes" c'era già quattro anni fa. Volevamo incentrare questo ipotetico album non sulle grandi battaglie, ma su straordinari individui. Da tutto questo è nato "Heroes".
Hai centrato in pieno la mia prossima domanda, che riguardava il tema principale, il filo che lega l'intera trama dell'album. Questo è appunto l'eroismo od anche le importanti figure storiche...
Esatto! Il tema è proprio quello! Come ti dicevo la storia alla base di "Inmate 4859" è stata per molto tempo nella nostra mente, poi abbiamo cercato vicende simili a cui ispirarci.
Quindi "Inmate 4859" è stata la prima canzone che avete scritto per "Heroes"?
Non a livello musicale, soltanto il tema. La prima composta come musica è stata "Smoking Snakes", che suona terribilmente Sabaton style. Quando è stata scritta è arrivato il titolo "Heroes". Nel demo originale, prima del testo, questa canzone si chiamava appunto "Heroes". Si trattava di una canzone eroica. Avevamo dunque il tema rappresentato da "Inmate 4859", e la musica di "Smoking Snakes", queste due sono la spina dorsale del disco.
Come avete dimostrato e più volte dichiarato, la vostra ispirazione principale è la Storia, particolarmente gli eventi della Seconda Guerra Mondiale. Questa è forse una delle chiavi del successo dei Sabaton. Di solito da cosa viene l'ispirazione per un pezzo?
Prima di tutto voglio dirti che ci piace scrivere di storia, perché la storia è reale e poi perché ci appassiona moltissimo. Avremmo potuto scrivere di qualsiasi cosa, ma questo è quello da cui viene la nostra ispirazione. Le canzoni vengono fuori da quello che leggiamo o vediamo e ci colpisce particolarmente...
Ho già ascoltato "Heroes" diverse volte e devo dire che ci sono alcune canzoni che mi sembrano già pronte per il palco, come ad esempio "Smoking Snakes" o "Night Witches". Quando siete in fase di songwriting pensate all'impatto live che avranno i pezzi?
Sicuramente! I Sabaton sono una live-band! Pensiamo sempre a come i nostri pezzi possano risultare nei live, che reazioni possiamo scatenare. Vogliamo che la gente si diverta e canti le canzoni assieme a noi. I Sabaton sono una band che necessita della giusta folla. Noi diamo molto e abbiamo bisogno di ricevere molto per costruire una grande serata.
Diverse canzoni di "Heroes" hanno attirato la mia attenzione. Vorrei focalizzarmi su alcune. Abbiamo già parlato di "Inmate 4859", vuoi aggiungere qualcosa, magari sulla musica?
Certo! Joakim ha scritto la musica con Peter Tägtgren, il nostro produttore e musicista di Pain e Hypocricy, puoi sentirne l'influenza, essendo questa una canzone molto heavy. Con "Heroes" è stata la prima volta in cui non ci siamo dati limitazioni in senso musicale. In passato ci davamo dei limiti, ma ora non ci importa. Ad esempio in questa canzone ci sono chitarre a 7 corde, che danno un tono ancora più pesante. Thobbe, uno dei nostri chitarristi, non aveva mai suonato una 7 corde, ma è stato entusiasta di prenderne una e anche di portarsela in tour proprio per questa canzone! Una volta si sarebbe detto: "Eh, non ho una 7 corde, dobbiamo farne a meno." Ora invece all'evenienza si cambia! Siamo pronti a tutto!
Un altro esempio è "No Bullets Fly", ad un certo punto ci sono tre chitarre assieme, nei prossimi live Joakim sarà il terzo chitarrista! Basta alle limitazioni! Vogliamo dare il massimo per i nostri fans!
Passiamo a "To Hell and Back", che tratta di Audie Murphy, uno dei soldati statunitensi più decorati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Joakim ha scritto la canzone. Ricordo che eravamo seduti tutti insieme, poi Joakim ha detto di avere un'idea per un pezzo, siamo rimasti io, Thobbe, Chris e Hannes a berci qualche birra. Poi il telefono è suonato. Era Joakim che ci aveva chiamati, dicendo che dovevamo ascoltare un nuovo brano. Avevamo i primi secondi pronti. Subito abbiamo pensato che fosse troppo nuovo e strano, ma poi è riuscito in modo straordinario! La musica ha un'ispirazione western e quando abbiamo scritto il testo, come grande coincidenza è stato scelto Audie Murphy, che era pure un attore western.
Cosa puoi dirci invece di "The Ballad of Bull"?
Questa canzone ha una storia interessante. Eravamo tornati dallo scorso tour in America, stavamo seduti in aeroporto e Joakim mi ha detto: "Ho scritto una canzone, devi ascoltarla." C'era soltanto un piano e lui che canticchiava, la melodia era fantastica, però dovevamo pensare bene come sfruttarla. Non sapevamo se mettere chitarre, batteria, orchestra. Nessuna idea. Avevamo una buona melodia e nient'altro. Abbiamo incontrato un amico di vecchia data, che ha suonato le tastiere per i Sabaton una decina di anni fa, forse per una sola volta, e ci ha dato una mano. Anche per il testo io e Joakim non sapevamo cosa ne sarebbe uscito. È stata tutta una questione di ispirazione! Il risultato è stato fantastico!
"Smoking Snakes" riguarda invece la "Forza di Spedizione Brasiliana", vero?
Non è una cosa che molti conoscono. Cercavamo informazioni su eroi tedeschi e ci è uscito questo risultato su questa divisione brasiliana. Un amico ci ha aiutato con le fonti e con il portoghese per Joakim. Abbiamo cantato in svedese, inglese, tedesco, polacco, latino, finlandese e ora portoghese. Questo ci piace molto! Dà un tocco in più alle canzoni!
Parliamo anche delle due versioni dell'artwork di "Heroes". Cosa ci puoi dire?
Mi piace molto l'idea di avere diversi artwork! Ad esempio per le special editions, alcune band ci mettono solamente un adesivo sopra, ma per me devi vedere che questa è speciale. L'abbiamo fatto per "Carolus Rex", per "Swedish Empire", per "World War Live". Alcuni ci hanno detto di focalizzarci solo su una copertina, ma noi non ne vediamo il motivo. È giusto e bello che differenti edizioni abbiano artwork diversi.
Ora ti chiedo una piccola curiosità. Ci sarà spazio per la vostra lingua madre anche in "Heroes" o quella è stata una parentesi per "Carolus Rex"? Credo non rifarete una edizione interamente in svedese, o sbaglio?
Per questa volta no. Per "Carolus Rex" aveva senso perché trattavamo della Svezia, della storia svedese. Però in "Heroes" ci sarà una bonus track nella limited edition, "En hjältes väg", cover dei Raubtier.
Bene Pär, abbiamo finito. Se vuoi fare dei saluti ai fans di Metal.it, ti lascio questo spazio.
Certamente! Grazie per l'intervista e un saluto a tutti i fans, ci vediamo presto nel vostro paese!
Grazie Pär, alla prossima!
Grazie a te!
Intervista a cura di Stefano Giorgianni

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