(11 ottobre 2010) Dark Tranquillity + Insomnium [11 Ottobre 2010 - Alpheus, Roma]

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Provincia:RM
Costo:non disponibile
A due anni dal tour che li ha visti in Italia con i Poisonblack, tornano gli svedesi Dark Tranquillity, per una tre giorni di concerti che li vede promuovere il nuovo, contestato album, “We Are the Void”. Noi siamo presenti alla data romana.

Arrivo all’Alpheus in tempo per vedere il pezzo di chiusura della band romana incaricata di aprire la serata: i Lunarsea. I vincitori del concorso indetto dalla stessa Century Media, che ha visto partecipare numerose band italiane speranzose di fare da supporter ai capostipiti del death metal melodico, sembrano in buona forma, ma sospendo il mio giudizio perché un pezzo è troppo poco per poter dare un parere sufficientemente obiettivo.

Terminata la loro performance, ecco salire sul palco la band che personalmente attendevo di più in questa serata. I finlandesi Insomnium propongono un death metal melodico sporco e cupo, che merita davvero l’attenzione di quanti hanno avuto modo di apprezzarli dal vivo questa sera e di chi ancora non ha avuto modo di conoscerli.
Il simpatico vocalist e bassista della band, Niilo Sevänen, attira il pubblico di metalheads con i suoi continui “Porco D**” [io sono una signora e non bestemmio!], i vari “Forza Roma” [a cui i tifosi romanisti presenti in sala hanno risposto con urla degne di un derby all’Olimpico] ed un paio di “Perkele” [nota imprecazione finlandese].

Goliardìa a parte, la band si presenta molto bene, è tecnicamente ineccepibile e, a mio parere, dimostra originalità nel rielaborare la lezione impartita da Dark Tranquillity ed In Flames. Interessanti le tematiche affrontate nelle lyrics, elaborate a mo’ di piccole poesie di ispirazione romantico-gotica.
Gli Insomnium sono tutti emotivamente molto carichi e trasmettono la stessa adrenalina all’attivo e partecipativo pubblico. Suonano 40 minuti circa e ci lasciano con una promessa che ha il sapore di una minaccia: “Sentirete parlare ancora di noi, torneremo molto presto!”, salutando con un caloroso “cheers”.

Il lungo check di preparazione agli headliners gioca a mio favore. Così, mi appropinquo alle transenne e le scavalco [in maniera decisamente poco leggiadra] per prepararmi a scattare un po’ di foto.

Ma ecco giunto il momento dei Dark Tranquillity!

Le luci si abbassano, la gente comincia a fremere.
Si parte subito con due pezzi tratti dall’ultimo lavoro: “At The Point of Ignition” e “The Fatalist”.
Stanne è come al solito molto coinvolgente ed in continua ricerca di contatto col suo amato pubblico. E’ la prima volta che mi trovo ad assistere ad un loro live. Ho un limite e lo ammetto: non riesco ad ascoltare più di 3-4 pezzi studio dei Dark Tranquillity in successione; ma questa sera mi sono dovuta ricredere. L’impatto live che la band dimostra di avere lascia davvero spazio a pochi dubbi e la continua interazione band-pubblico permette di apprezzare un’ora e 20 minuti di concerto senza accusare il formicolìo della noia.

I momenti clou vengono registrati durante l’esecuzione di “The Gallery”, storico pezzo del ’95, nonché titletrack di quella che può essere considerata la masterpiece della band.
Notevole anche la bellissima ed epica “Dream Oblivion”, anche se il vero fomento si scatena durante “Misery’s Crown”, uno dei miei pezzi preferiti, in cui Mikael invita tutti a fare headbanding selvaggio “because this song is customized for it!”.

Ci avviciniamo alla fine del concerto, la scaletta è abbastanza omogenea e tocca album come Damage Done, con l’esecuzione dell’omonima titletrack e con “Final Resistance”, Fiction, con “Icipher” e la già citata “Misery’s Crown", Heaven, con "The Wonders At Your Feet" e "Heaven", ed infine un breve richiamo a Character, con "Lost to Apathy".

Ma non poteva mancare la citazione all’album con cui i Dark Tranquillity hanno sfornato il loro pezzo-tormentone. Proviene, infatti, da Projector la penultima track che la band ci regala e che il pubblico con veemenza richiede. L’immancabile "ThereIn" viene eseguita con l’estasi congiunta e dei musicisti e dei fans. I nostri cori sono talmente tanto forti che Stanne, a ridosso del ritornello, posa il microfono in tasca e ci ascolta deliziato.

A terminare la bellissima performance, "Terminus".. e mai pezzo fu più indicato come track di chiusura.

Insomma, un concerto che mi lascia piacevolmente soddisfatta e carica, complice anche l’impeccabile audio dell’Alpheus che ha offerto suoni puliti e molto definiti.

Meritano un paragrafetto i due particolari vicini di concerto, a cui vanno rispettivamente il merito di avermi deliziata con frustate di capelli kilometrici [chi ha i capelli così lunghi dovrebbe ricordarsi che il vicino potrebbe non apprezzare i suoi ripetuti headbending] ed un pensiero anche al tipo che, presumibilmente in un raptus di follia, ha cercato refrigerazione in bagno, versandosi tutta l’acqua presente nelle tubature del locale, a cui và il merito di avermi quasi completamente bagnata [e continuo a sperare che non fosse solo sudore quello che aveva addosso].
Ed infine, un ringraziamento a quanti sono venuti in mio soccorso per aiutarmi nella rocambolesca impresa di scavalcamento-transenne per conquistare il claustrofobico spazio ante palco. Non vi dimenticherò mai!

Setlist Completa:

At the Point of Ignition
The Fatalist
Damage Done
Lost To Apathy
Monochromatic Stains
The Gallery
One Thought
The Wonders At Your Feet
Iridium
Shadow in Our Blood
Icipher
Dream Oblivion
Misery's Crown
Haven
Punish My Heaven


Encore:

Final Resistance
ThereIn
Terminus [Where Death Is Most Alive]
Report a cura di Selenia Marinelli

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