Copertina 9

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2008
Durata:58 min.
Etichetta:Firedoom
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. NUNQUAM
  2. TOWARDS THE INFINITE
  3. DEMONS SWARM BY MY SIDE
  4. THE RIVER
  5. NARCOSIS
  6. PROSPERITY

Line up

  • Juhani Palomäki: vocals, guitar
  • Olli Haaranen: guitar
  • Janne Rämö: bass
  • Sameli Köykkä: drums

Voto medio utenti

Inizia davvero col botto questo 2009.
O forse faremmo meglio a dire con mestizia, angoscia, disperazione.

Perchè i Colosseum sono finnici nell'animo: quel senso di desolazione e magniloquente tristezza che può dare la visione di una landa nordica sconfinata, attorniata solo dal gelo ed il buio, è resa perfettamente in questo "Numquam", secondo lavoro a distanza di un anno dal debutto "Delirium", anch'esso per la Firedoom, sottolabel della B]Firebox[/B], sempre incredibilmente attenta alle validissime realtà del nord Europa.

Il death doom funereo e mastodontico che i Colosseum sviluppano è davvero di quelli quasi immobili, alla Ahab per intenderci: basato su riffs lentissimi e catacombali, voce profondamente death metal ed atmosfere apocalittiche, evocate con maestria dall'uso sapiente in sottofondo di tastiere che creano quell'alone di ineluttabile consapevolezza di inutilità e di sconfitta di fronte al disegno divino che ci vuole, impotenti, soggiogati al destino che ci è stato affibbiato.

In questo senso è commovente il finale di "Towards the Infinite", in cui degli archi sembrano consegnarci al trapasso, in una magniloquenta marcia funebre e lo stesso accade in "Demon Swarm by My Side", in un crescendo di pathos in cui si staglia un assolo lancinante di chitarra che davvero sembra un epitaffio.
"The River" invece ci sorprende con un accompagnamento pianistico di gran gusto ed effetto.
Difficile non emozionarsi, in nero, di fronte a tanta solennità.

Per trattarsi del più puro funeral doom, i brani non sono nemmeno di una durata estenuante: solo "Prosperity" passa i 10 minuti, e la media degli altri si aggira sui sette, un ottimo compromesso dato che i Colosseum insistono molto sulla ripetitività dei (validi) riffs e quindi una durata doppia avrebbe reso il tutto un po' troppo pesante da affrontare, bilanciando in questo modo davvero il tutto a perfezione.
Purtroppo non siamo in possesso di uno degli aspetti fondamentali di un funeral doom che si rispetti, ovvero i testi: conoscendo la profondità delle popolazioni del nord ci aspettiamo qualcosa di particolarmente valido, tuttavia rimaniamo nell'ignoranza ed impossibilità di giudicare a fondo.

Insieme ad Ahab, The Fall of Every Season e Longing for Dawn, senza dubbio una delle uscite più drammatiche degli ultimi tempi, imperdibile per tutti gli amanti del funeral doom più cupo e pessimista; "Numquam" mozza il fiato e forse contribuisce, in maniera inconscia, a togliere la voglia per tirarlo ancora.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 12 gen 2009 alle 01:06

devo ascoltarlo

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