Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:51 min.
Etichetta:Scarlet
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. WAR GOES ON
  2. TWENTIES
  3. OUTPOST
  4. THE EAST-GHOST
  5. DAS KAPITAL
  6. RETREAT '42
  7. WEAKNESSPHERE
  8. THE PLOT SICKENS
  9. ONE WAY MEDIA
  10. EMPIRE
  11. FEW WORDS AGAIN

Line up

  • Daniel Botti: vocals and guitars
  • Gary D'Eramo: guitars
  • Klaus Mariani: bass
  • Marco Di Salvia: drums, percussion, keyboards

Voto medio utenti

Prova maiuscola per la band nostrana che di uscita in uscita si sta affermando sempre più come fulgida realtà nel panorama metal europeo oltre che italiano. Li avevamo lasciati con un grande album come "Sweatshops", forse ancora molto legato alle loro radici (fortissimi i richiami ai Death), ma in grado di denotarne le potenzialità, e li ritroviamo oggi con questo "Das Kapital" che ci offre una band affiatatissima e assolutamente in palla con in più una spiccata personalità, elemento che fino a oggi era stato forse il più carente, del tutto colmato; tutto funziona alla perfezione, dal sound, ottimo e caldo, alla forma dei singoli; spicca il chitarrista Gary D'Eramo capace di produrre ritmiche massicce come un muro di cemento armato e assoli di gusto, misti ad armonizzazioni magnifiche. Quello che ha davvero fatto spiccare il volo allo stile dei Node è la grande versatilità e il bilanciamento delle scelte artistiche presenti in questo platter; si alternano in una sola canzone parti di death metal a momenti di incredibile melodia e gusto, non mancano le parti più articolate, quasi prograssive se mi si permette, che donano quel sapore di imprevedibilità e naturalezza in più. Colpisce la grande fluidità con cui i Nostri sciorinano note su note, creando un coinvolgimento non usuale e riuscendo ad essere perfetti sotto l'aspetto meramente tecnico, ma egualmente impeccabili sotto quello emotivo. Le tematiche trattate sono abbastanza complesse, andando ad abbracciare la storia, in particolare del secolo appena trascorso, facendo perno sulla ciclicità caratteristica del pensiero di Vico degli eventi che lo hanno segnato (soprattutto quelli in negativo); la musica segue i testi e si adatta ad un clima instabile e agonizzante, messo in risalto dalla grande prova del cantante Daniel Botti, che ha davvero messo l'anima nell'esecuzione delle parti vocali. Da segnalare la cover di "Empire" dei Queensryche: la rielaborazione è totale e i Node l'hanno trasformata in una song personale e atipica, ma assolutamente coinvolgente e rispettosa del valore dell'originale. Ora come ora sento che poche band in Italia possano vantare una tale qualità musicale; onore dunque a questa band che nonostante le difficoltà è riuscita pian piano ad emergere e a dimostrare il proprio valore, con la speranza che il futuro possa regalarci nuove gemme, sempre più preziose, marchiate dal nome Node.
Recensione a cura di Alessio 'Slayer' Noè

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