Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:57 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. DILUTING INERTIA / GRIFTER
  2. ROOT BOUND APOLLO
  3. SEVEN FT. GRIN
  4. FILTER OF SYNTAX
  5. REBORN TO KILL AGAIN
  6. AS A WHOLE / TWO DEGREES BELOW
  7. SPUN
  8. YOUR (DESTRUCTIVE) SELF
  9. FOR INDIFFERENCE
  10. STYROFOAM DEATH MACHINE
  11. FATES DESIGN
  12. APOCALYPSE UPON US
  13. BLEED INTO ONE

Line up

  • Brian Fair: vocals
  • Mike D’Antonio: bass
  • Pete Cortese: guitar
  • Scott McCooe: guitar
  • Jay Fitzgerald: drums

Voto medio utenti

Chi non conosce gli statunitensi Overcast? Chi non conosce la prima band di Brian Fair, oggi felicemente ricco con i suoi Shadows Fall? Chi è all'oscuro che negli Overcast militava Mike D'Antonio dei pluridecorati Killswitch Engage?
Chi non sapeva che gli Overcast, scioltisi nel 1996 e riformati nel 2007, sono tra i primissimi padri fondatori dell'odierno metalcore?

Beh, se non sapete tutte queste cose non vi si potrà farne una colpa dato che il successo riscosso dai cinque americani a metà anni '90 fu assai limitato, tanto che gli Overcast si sciolsero tra l'indifferenza generale.
Sfruttando il fatto che ad alcuni di loro la fortuna ha arriso, mettendo su bands che oggi sono tra la superstars del panorama metal, la Metal Blade ha deciso di dare una nuova chance agli Overcast che per l'occasione hanno ri-registrato ben undici tracce già pubblicate nei loro due dischi usciti a cavallo della metà degli anni '90, più un paio di inediti composti per questo "Reborn to Kill Again", dal titolo quantomeno minaccioso.

Purtroppo non ho mai avuto occasione di ascoltare i pezzi nella loro versione originale, quando i ragazzi erano assai giovani e la produzione, immagino, non sarà stata all'altezza di quanto si può realizzare nel 2008, ma certo c'è da dire che questo "Reborn to Kill Again" offre diversi spunti di interesse e diversi brani più che interessanti: il metalcore offerto dai nostri è molto differente da come lo intendiamo oggi, non esistono quei semi ridicoli chorus ultra pop melodici, non esistono voci totalmente pulite (anzi), il tutto è molto aggressivo e si basa su un riffing work davvero ottimo sia nelle parti più cadenzate e ritmate (come la title track, sinceramente esplosiva e coinvolgente), sia in quelle più dirette e tirate.

L'influenza thrashy che i nostri avevano è decisamente maggiore a quella pressochè nulla che Mike e Brian hanno portato nelle loro band successive e sarà anche questa reminescenza old school bay area che fa sì che gli Overcast appaiano più che apprezzabili, sinceramente a volte anche più di quanto abbiano saputo fare negli ultimi anni.

Un album più che interessante che sa miscelare a perfezione elementi classic e thrash con le prime spore del metalcore e che non dovrebbe mancare all'ascolto di chi ama l'aggressività ragionata all'interno del metal. Consigliatissimi.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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