Copertina 8

Info

Anno di uscita:2008
Durata:50 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. OB(SERVANT)
  2. A CALCULATED EFFORT
  3. SLAVES OF NIL
  4. THE SHIFTING EQUILIBRIUM
  5. REMOVING THE COMMON BOND
  6. HORDE IN DEVOLUTION
  7. BLOOD STAINED LINEAGE
  8. IMMORTAL ARMY OF ONE
  9. INITIATE

Line up

  • Joe Haley: guitars
  • Cameron Grant: bass
  • Jason Peppiatt: vocals
  • Dave Haley: drums

Voto medio utenti

Metti il cd nel lettore cd, premi PLAY e senti subito che sono loro. Anche se sul disco non ci fosse scritto nulla, basterebbero i primi secondi di "Ob(Servant)" per capire che si tratta degli Psycroptic. Sì, perchè i diavoli della Tasmania sono riusciti a forgiare con "Scepter Of The Ancients" e "Symbols Of Failure" un trademark davvero unico ed originale, cosa non da poco per un ambito che spesso pecca di eccessiva stasi come quello del techincal brutal death. Uno stile che li ha già dal primo album imposti all'attenzione del grande pubblico e che è sfociato poi in un prestigioso deal con mamma Nuclear Blast, il cui pargolo nato dalla relazione con la label tedesca è proprio questo "Ob(Servant)". Nonostante il cambio di etichetta abbia fatto storcere il naso a molti fan appartenenti alle frange più oltranziste e abbia fatto temere una possibile "commercializzazione" degli Psycroptic, all'atto di ascoltare il disco ci si rende immediatamente conto di come la band abbia proseguito imperterrita il proprio discorso musicale là dove era stato interrotto con il precedente "Symbols Of Failure": i pezzi si segnalano per la solita ubriacante sequenza di riff e ritmi, vera e propria croce e delizia della band; l'orecchio si perde in un'estatica contemplazione della mutabile forma che le canzoni man mano assumono, provocando inevitabili crisi di sconforto in chi magari suona uno strumento da anni a fronte di una preparazione tecnica degli Psycroptic certamente di altissimo livello. Dall'altro lato, però, la proposta musicale è di quelle che difficilmente si prestano ad un ascolto superficiale e distratto, rendendo quindi una fruizione "di sottofondo" piuttosto sterile. D'altronde è innegabile come il sound sia volutamente composito e contorto (anche se in "Ob(Servant)" la band si concede una maggiore apertura alla melodia), così come il fatto che a tratti gli Psycroptic si lascino forse andare un po' troppo a soluzioni tecnicamente notevoli ma musicalmente forse ridondanti. Tuttavia a noi piacciono così e non cambieremmo una virgola di questa straordinaria band, detto questo ben vengano dischi come questo "Ob(Servant)".
Se quindi in passato avete già avuto a che fare con gli Psycroptic, state pur certi che questo nuovo album non deluderà le vostre aspettative; se invece è la prima volta che vi cimentate nell'ascolto di questi pazzi diavoli tasmani, armatevi di cuffia e tanta pazienza e godetevi questo intrippante viaggio nel mondo del brutal tecnico.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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