Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:9 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. REGIME ARTIFICIALE
  2. AGNOY OF A REFORMED BAND
  3. SENZA IMPRONTE
  4. MONDO PLASTICO
  5. SOGGETTO LEUCEMICO/10 PASSI FALSI

Line up

  • Giulio The Bastard: vocals
  • Der Kommisar: guitar
  • Schintu The Wretched: bass
  • Al Mazzotti: drums

Voto medio utenti

Se c’è una band qui in Italia che può invidiarci il mondo intero, questa risponde sicuramente al nome di Cripple Bastards. Un nome una garanzia… Garanzia di qualità, di attitudine, di coerenza. Una band che ha sempre rifiutato di piegarsi alle leggi del mercato, una band che ha sempre portato avanti con fierezza la propria proposta, facendosi un mazzo quadrato sia per quanto riguarda i live (sparsi in lungo e in largo), sia per quanto concerne le uscite discografiche (una lista, tra demo, split, 7” e album ufficiali, lunga quanto quella dei film di Rocco Siffredi). “Senza impronte” è il loro ultimissimo 7” in vinile, cinque tracce in pieno stile Cripple Bastards, quindi spudorato grindcore in your face licenziato per la prima volta nella loro carriera dalla Relapse Records. Furia allo stato puro, come è nelle corde della band, cinque proiettili sparati in pieno volto, con un Giulio The Bastard più incazzato e scatenato del solito. Il tutto concentrato in soli nove minuti e mezzo, come nello stile a cui ormai ci ha abituato da quasi venticinque anni la band astigiana, cioè un letale grindcore assolutamente debitore dell’hardcore più classico, così come dei loro compagni di decine di tour, i Napalm Death, stavolta più che mai presenti a livello di influenze. In linea di massima si può parlare della ovvia prosecuzione di quanto proposto in “Variante alla morte”, loro ultimo lavoro in studio, anche se qualche minuscolo elemento innovativo qua e là salta fuori. Niente naturalmente che possa far preoccupare i fans più inflessibili della band, visto che la loro proposta tritatutto rimane per lo più immutata. Ma soprattutto rimane immutata l’attitudine nichilista e intransigente che da sempre li accompagna. Certo, parlare approfonditamente di un 7” di dieci minuti scarsi è un’impresa non semplice, visto il poco materiale sotto mano, quindi vi basti sapere che la band è in forma strepitosa. Per i più pignoli di voi segnalo la title track e “Mondo plastico” come i due brani più assassini. Se queste sono le premesse per il nuovo album (immagino si tratti soltanto di un 7” di passaggio per stemperare gli animi in attesa del piatto forte), le buone premesse ci sono tutte. Der Kommissar e Giulio The Bastard sono più che vivi, e sono più incazzati che mai, quindi i loro fans possono dormire sonni tranquilli. I Cripple Bastards sono tornati a prenderci a calci nel sedere, e sono sicuro che lo faranno ancora per molto…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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