Copertina 9

Info

Demo
Genere:Death Metal
Anno di uscita:2008
Durata:27 min.

Tracklist

  1. NIGHTFALL
  2. GRINDING DREAMS
  3. GLASS EYED CHILD
  4. GAME OF SACRIFICE
  5. THE LAST DANCE

Line up

  • Samuele Piacenti: rhythm, acoustic guitars
  • Corrado Ciaccia: bass
  • Fabio Cesarini: drums, percussions
  • Francesco Amerise: vocals
  • Flavio Gianello: lead, rhythm, acoustic guitars

Voto medio utenti

Avanzano i capitolini Lahmia e danno alla luce il successore dell'ottimamente accolto debut demo "An Eternal Memory" (pubblicato nel 2007) con questo "Forget Every Sunrise" che fin dal principio si presenta in maniera molto più completa e professionale; il booklet è praticamente identico per cura e completezza a quello di un cd ad alto budget, la grafica a cura di Luca Minieri (Illogicist) si adatta a perfezione al nuovo e maturato stile musicale della band e, cosa più importante, la produzione ottenuta ai Temple of Studios (Christian Ice) risulta davvero ottima, senza nulla invidiare al sound di matrice nord-europea.

Parliamo di Nord-Europa in quanto i Lahmia hanno ormai definito con vigore la loro direzione, costituita da un death metal svedese debitore dell'insegnamento dei maestri Dark Tranquillity, miscelato con atmosfere e soluzioni darkeggianti che rimandano ai primi Paradise Lost ed alle parti più decadenti dei My Dying Bride.

L'iniziale "Nightfall" è la giusta opener e concede qualcosina in più all'appeal ed alla melodia del resto dei brani, che proseguono con "Grinding Dreams" con una maggiore complessità e pesantezza di base; il fattore più importante in ogni caso è quello dell'ottimo amalgama dei suoni, di idee vincenti e non banali, assemblate con cura e rese funzionanti in un contesto sempre efficace e maturo, ed il tutto sviluppato per tutti e 5 i brani che compongono il cd.

Cd che a nostro avviso proprio dalla metà in poi trova la propria summa artistica, grazie a brani come l'aggressiva "The Last Dance" e soprattutto l'oscura e depressiva "Glass Eyed Child", che conferisce un mood decisamente doomy e magniloquente al sound dei Lahmia, esaltato in questi frangenti dall'eccelso lavoro chitarristico (sia in fase di solos che di passaggi acustici) e dall'ancora ottima prestazione vocale del singer Francesco Amerise, a proprio agio anche nei momenti puliti e di maggiore interpretazione, ripetuti anche nella successiva "Game of Sacrifice", in cui ritornano momenti a-la Katatonia, con giochi di chitarra ipnotico-ossessivi.

In definitiva un come-back davvero esaltante, un prodotto completo e competitivo che sancisce il nome dei Lahmia come uno dei più promettenti del panorama metal italico e che dovrebbe essere tenuto in estrema considerazione da tutti gli amanti dello swedish death metal e della musica estrema in generale.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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