L’anno successivo la pubblicazione di “Cross The Styx” viene speso dai Sinister in giro per l’Europa in un tour con Suffocation, Cannibal Corpse e Deicide. Il contatto diretto con le band americane maggiormente in voga in quel momento influenza in maniera netta il nuovo album della band, “Diabolical Summoning”, uscito a fine 1993.
In effetti il sound adesso è meno vario e dinamico, meno veloce ma più compatto, quadrato e brutale. Persino le vocals di Mike Von Mastrigt diventano più gutturali, offrendo una prova vocale tra le migliori di quelli dei singer della old school. A suggellare l’influenza americana è la bellissima copertina ad opera di Wes Benscoter.
Dal punto di vista compositivo, l’abbandono del chitarrista Ron Van De Poulder ‘asciuga’ il suono che, tuttavia, si giova ancora del poderoso drumming di Aad Kloosterwaard. La produzione è nettamente migliorata, soprattutto per merito di Colin Richardson.
Il risultato è un disco di puro e brutale death metal al 100%, tutto giocato su un sound a tratti monolitico sul quale vengono inflitte le laceranti accelerazioni del batterista, abile a creare veri e propri muri di rumore, sempre ben supportato da un roccioso riffing downtuned. Badate bene, quando si parla di sound monolitico non si intende un sound statico, bensì pesante come un monolite, perché dal punto di vista dinamico la band continua a colpire le orecchie dell’ascoltare con una varietà di soluzioni che lasciano senza fiato per intensità e densità di suono.
Solo la durata, di 33 minuti, impedisce al disco di essere troppo prolisso, evitando quella noia nel quale potrebbe inevitabilmente incappare l’ascoltatore sottoposto ad un simile e reiterato massacro.
Per molti fan questo disco è addirittura superiore al debutto, di certo è più pesante e, passatemi il concetto, più ‘death metal’. D’altronde pezzi devastanti e feroci come “Magnified Wrath” e “Mystical Illusions” pochissime band possono vantarli.
“Diabolical Summoning” è un disco molto sottovalutato ma che ogni amante del death metal dovrebbe non solo avere ma imparare a memoria.