Copertina 7

Info

Anno di uscita:2003
Durata:48 min.
Etichetta:Mascot
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. I LIKE ROCK
  2. MY RELIGION
  3. BLISS
  4. SUICIDE LOVER
  5. FRIDAY NIGHT (SAY YEAH)
  6. I AM SATAN
  7. G.V.R.O.
  8. MY DRUM
  9. AMY IS AMAZING
  10. MUSCLE CAR
  11. I FEEL LOVE
  12. BURNING ORGAN
  13. KEEP ON KEEPIN' ON

Line up

  • Paul Gilbert: vocals
  • Paul Gilbert: guitars
  • Mike Szuter: bass
  • Marco Minnemann: drums
  • David Richardson: organ and piano
  • Linus Of Hollywood: keyboards

Voto medio utenti

Parallelamente alla propria attività con i Racer X, Paul Gilbert prosegue con la propria carriera solista giungendo alla pubblicazione di questo nuovo capitolo intitolato Burning Organ.
Chi già ha avuto modo in passato di seguire il percorso musicale intrapreso da questo formidabile chitarrista sa cosa grosso modo aspettarsi da questa nuova realizzazione che prosegue sulla scia lasciata dai precedenti lavori solisti quali un King Of Clubs.
L'impressione più evidente che si ha dopo un ascolto di Burning Organ è quella di un disco rock scritto e suonato per divertire e divertirsi, proprio come appare manifesto fin dalla iniziale esilarante "I Love Rock", introdotta da un accompagnamento di organetto che è già tutto un programma.
Oltre a questo aspetto caratteristico della personalità di Gilbert, musicalmente Burning Organ è proprio un gran bel disco, piacevole e divertente in grado di mostrare tutte le doti musicali di un artista eclettico e dalle infinite risorse.
Rock, blues, funky e un sacco di altre contaminazioni vengono fuse assieme dall'abile mano di Gilbert, sia in veste di cantante che di chitarrista, dove non manca di farsi sentire non appena ne ha l'occasione. Il suo stile unico, così travolgente e spontaneo, ma al tempo stesso altamente tecnico e ragionato, emerge in ogni singolo brano senza prendere però mai il comando delle composizioni guidate da uno spiccato senso della melodia, a tratti ai limiti del rock/pop e quanto mai lontano sia dal sound di Racer X che Mr. Big.
"My Religion", "Suicide Lover" o "I Am Satan" sono episodi che dimostrano appieno tale aspetto, risultando spiccatamente melodiche e orecchiabili e (guarda un po') rappresentano forse le parti meno riuscite di questo comunque buon disco. L'eccessiva semplicità e immediatezza di tali canzoni lasciano un po' spaesati ma il buon Paul ci mette poco a risalire la china con brani decisamente meglio riusciti e più nel suo stile, quali la trascinante "Friday Night (Say Yeah)" o la più rocciosa "Muscle Car", dove tutta la grinta e la passione del rock si fa prepotentemente sentire, specie dalle sei corde dell'Ibanez di Gilbert.
Menzione a parte meritano due pezzi strumentali quali "G.V.R.O.", traccia interamente chitarristica di ispirazione neoclassica e la title track, forse il brano più interessante del lotto. Qui il registro cambia nuovamente per dare vita ad un brano funky/jazz/blues davvero entusiasmante nel quale protagonisti sono la chitarra e quell'organetto smaliziato dal gusto retrò che ritorna prepotentemente prima della chiusura di un album che non finisce di riservare sorprese.
Un disco inusuale, multiforme e dai diversi spunti nel quale il livello qualitativo rimane sempre alto e il quale, dopo un paio di ascolti, potrà appassionare anche i più scettici che (come il sottoscritto) non sempre hanno a che fare con certa musica.

Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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