Copertina 7

Info

Anno di uscita:2008
Durata:25 min.
Etichetta:GSR Music
Distribuzione:Andromeda

Tracklist

  1. INTRO
  2. ON MY OWN
  3. STILL CARRY ON
  4. WHAT IT MEANS
  5. ONE STEP AHEAD
  6. ALL THESE WORDS
  7. RIGHT HERE
  8. WHATEVER IT TAKES
  9. MAKE IT COUNT
  10. EVERYDAY LIFE

Line up

  • Hannes: vocals
  • Maze: guitar
  • Tobi: guitar
  • Stefan: bass
  • Mario: drums

Voto medio utenti

Continua imperterrita la manovra della GSR di ‘hardcorizzare’ il mondo musicale, e così dopo gli italianissimi Strenght Approach e To Kill è la volta dei berlinesi Make It Count e del loro “Leeway”. In realtà la Germania ha sempre avuto un approccio più punk che hardcore, e forse è per questo che, ancora una volta, i punti di riferimento a cui la band si rifà sono i classici, quelli newyorkesi. La particolarità dei Make It Count, però, è quella di riuscire ad inserire un tot di melodia nelle composizioni (per quanto si possa parlare di melodia nell’hardcore, ovvio…), che rende il tutto molto più appetibile. I riff infatti pur essendo violentissimi hanno quel gusto leggermente melodic che non guasta affatto e si contrappone bene alla voce graffiante di Hannes, che urla i suoi testi di rivolta per tutta la durata del cd senza tirare mai il fiato. Sinceramente anche se i richiami a band come i Sick Of It All sono evidenti e al tempo stesso inevitabili, devo dire che trattandosi di un debut album la band ha già iniziato a delineare un proprio stile. Ovviamente parlando di hardcore è inutile e stupido cercare l’originalità a tutti i costi, si sa cosa aspettarsi da un album del genere e state certi che tutto quello che potreste aspettarvi lo troverete senza ombra di dubbio. Ritmi veloci, riff violenti, vocals rabbiose e ovviamente gli immancabili testi di denuncia sociale, che come sempre ci fanno riflettere su molti problemi del mondo d’oggi, e, in questo caso, antifascisti. Penso sia inevitabile l’influenza che ha avuto la loro città di provenienza sulla formazione personale e musicale del gruppo, e altrettanto ovvi, quindi, sono i loro testi contro la destra, vista la storia che la città ha avuto nell’epoca nazista e che non devo certo essere io a ricordarvi. Tornando alla musica, il cd parte subito in quarta con l’ottima “On my own”, che segue un intro, appunto, di protesta (“We won’t give in. We’ll fight and win”). Ho apprezzato soprattutto la mancanza di richiami all’hardcore moderno, cosa che molti gruppi purtroppo da tempo fanno, e la volontà, da parte dei Make It Count di proporre un hardcore old school, che in barba a quanti lo considerano obsoleto e scontato resta comunque superiore alla nuova ondata di band che sta invadendo, e in un certo senso inflazionando, nonché svilendo, il mercato. Si prosegue alla grande con “Still carry on”, con il classico basso pulsante e le urla piene di rabbia, e più di una volta fanno capolino anche i Gorilla Biscuits tra le note dei Make It Count. Pregevole anche “All these words”, così come “Make it count”, che sono un gradino sopra le altre song del cd. In generale, comunque, ci troviamo davanti ad un album che si lascia ascoltare con immenso piacere, che non annoia, e riesce, nella sua breve durata, a trasmettere tutto quello che deve, grazie ad una manciata di song corte e dirette che colpiscono nel segno. Direi che la band ha centrato appieno l’obiettivo, e ci fa ben sperare per il futuro, sia il loro che quello del genere, che fino a quando avrà in band come i Make It Count dei degni successori dei grandi del passato può dormire sonni tranquilli…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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