Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:40 min.
Etichetta:Mascot Records

Tracklist

  1. NEDERLAND
  2. BALLADE DE BASTILLE
  3. DEF BITCH BLUES
  4. LAY OFF
  5. INJUSTICE LINE
  6. OCEAN
  7. FLAMED
  8. HOURGLASS
  9. AERIAL PERSPECTIVE

Line up

  • Billy Sheehan: bass
  • Tony MacAlpine: guitar
  • Virgil Donati: drums

Voto medio utenti

Billy Sheehan, Virgil Donati e Tony MacAlpine, come dire: il meglio che puoi trovare in giro per basso, batteria, chitarra. Tre musicisti dalla tecnica superlativa, spesso sorpresi a gravitare attorno alla stella Steve Vai, ma di sicuro con curricula di tutto rispetto anche senza questo, pur doveroso, inciso. E così, il 2007 ce li presenta in questa nuova veste da power trio, con un nome nuovo ed un sound potente e granitico, a sfornare l'ennesimo album di rock virtuoso e ipertecnico.
Alcune annotazioni, tuttavia, risultano doverose. Un lavoro come questo "Clinophobia", infatti, presenta nove composizioni in cui i tre strumentisti si inseguono su strutture armoniche e melodiche astruse, complesse nella loro perfetta esecuzione, tecnicamente demandanti ed eseguite con la solita, sovrannaturale perizia. Il mood dell'intero platter vibra su un rock molto energico, in cui la chitarra di Tony fa sicuramente da first-in-line, ma le cui partiture lasciano volutamente il passo alle sfuriate strumentistiche dei due mostri sacri che lo accompagnano in questo cd. Il vero problema, semmai, è altrove.
Si, perchè questo nuovo lavoro di Sheehan e soci può tranquillamente essere consigliato solo ai patiti dell'ipertecnicismo fine a se stesso: dimenticate ogni e qualsivoglia traccia di orecchiabilità, fruibilità, pastosità delle composizioni. Qui i brani hanno l'unico intento di permettere a ciascuno dei tre musicisti di sfoggiare la propria immensa tecnica strumentale, e poco altro. Nessun groove catturante, nessuna frase catchy o easy listening, nessun occhio strizzato al business. Questo è un piatto per palati più che fini. Il che non sminuisce di certo l'enorme valore di MacAlpine, Donati, Sheehan, ma inevitabilmente ridimensiona le oggettive potenzialità di un lavoro relegato suo malgrado ai pochi. Complice, in tutto questo, una produzione di certo non delle migliori, con una batteria troppo plastificata, ed un sound troppo sbilanciato sulle frequenze basse. Un lavoro, insomma, che lascia spazio solo nella tasca dell'ascoltatore incallito, che ama avere tutto del suo musicista preferito.
Se invece, come il sottoscritto, amate il tecnicismo ma volete fruirne con un bel sorriso compiaciuto sulle labbra, beh, il consiglio è di dare un ascolto ai lavori di un signor chitarrista che Sheehan conosce fin troppo bene...
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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