Halford - Metal God Essentials Vol.1

Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2007
Durata:73 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. RESURRECTION
  2. MADE IN HELL
  3. SCREAMING IN THE DARK
  4. GOLGOTHA
  5. SILENT SCREAMS (1999 DEMO)
  6. CRYSTAL
  7. INTO THE PIT
  8. NAILED TO THE GUN
  9. SLOW DOWN
  10. LOCKED AND LOADED
  11. FORGOTTEN GENERATION (NEW TRACK)
  12. DROP OUT (NEW TRACK)
  13. WAR OF WORDS
  14. SUN
  15. TRAIL OF TEARS
  16. REDEMPTION (EUROPEAN MIX)
  17. RESURRECTION BEHIND THE SCENES
  18. LIVE INSURRECTION BEHIND THE SCENES
  19. MADE IN HELL
  20. BETRAYAL
  21. IN THE MORNING
  22. SILENT SCREAMS
  23. NEVER SATISFIED
  24. FORGOTTEN GENERATION

Line up

  • Rob Halford: lead vocals
  • Russ Parrish: guitars
  • Brian Tlise: guitars
  • Jay Jay: bass
  • Scott Travis: drums
  • Rob Halford: lead vocals
  • Metal Mike Chlasciak: guitars
  • Pat Lachman: guitars
  • Roy Z: guitars
  • Ray Riendeau: guitars
  • Bobby Jarzombek: drums
  • Mike Davis: bass (track 1, 11, 12)

Voto medio utenti

Il ritorno di Rob Halford tra le file dei Judas Priest è stato, assieme a quello di Bruce Dickinson nei Maiden, uno dei comeback più importanti, tra i tanti avvenuti negli ultimi anni, nella scena Metal mondiale.
Ma, mentre Dickinson ha mantenuto attiva, anche se ridotta, la propria carriera solista, Halford dopo la reunion con i Priest si è concentrato sopratutto sulla sua band principale, almeno sinora.
"Metal God Essentials Vol.1" è una raccolta che arriva quindi puntuale per gettare uno sguardo in quello squarcio di tempo intercorso tra "Painkiller" (1990) e "Angel of Retribution" (2005). Troviamo, infatti, canzoni tratte dalle sue uscite con i Fight e con gli Halford, a partire dalla titletrack di "Resurrection" (2000): un titolo una garanzia, quella del riavvicinamento del Metal God alle sonorità più tradizionali che lo hanno reso famoso. Dallo stesso album arriva la seguente "Made in Hell", mentre dal seguente "Live Insurrection" troviamo solo la velocissima "Screaming in the Dark", una studio track, all'epoca inedita, che era stata inserita come bonus su questo doppio live album.
Seguono un paio di pezzi tratti da "Crucible" (2002), "Golgotha" e "Crystal", intervallati dalla versione demo dell'intensa "Silent Screams", la cui versione definitiva era in seguito finita su "Resurrection".
Spazio quindi ad un paio di canzoni dell'era Fight, ecco così "Into the Pit" e "Nailed to the Gun" che, sommate a "War of Words" (posta però più avanti nella tracklis), sono la sola testimonianza di questa fase. Stranamente sono tutte e tre tratte dalla raccolta "K5: The War of Words Demos", a dispetto delle loro versioni definitive presenti sul CD "War Of Words" (1993), e con la completa esclusione di estratti da "Small Deadly Space" (1994) e di quelli dell'esperienza industrial dei TWO, che avevano dato alle stampe l'album "Voyeurs" (1997). Chissà se salteranno fuori alla prossima occasione o se si è semplicemente scelto di puntare sugli episodi meno sperimentali.
Fanno invece la loro comparsa un paio di nuove composizioni, "Forgotten Generation" e "Drop Out", che si inquadrano con scelte stilistiche vicine al Metal più classico e priestiano, mentre il compito di chiudere spetta ad una versione remix di "Redemption", che però, oltre a non essere particolarmente riuscita, con il suo taglio industriale stona con l'atmosfera generale del CD. Il resto della tracklist si divide poi equamente tra "Resurrection" e "Crucible", rispettivamente con "Slow Down" e "Locked and Loaded" per il primo, e "Sun" e "Trail of Tears" per il secondo.
Tutto sommato ci troviamo di fronte un'operazione di discreto interesse, probabile preludio di un Volume 2, corredata di una simpatica copertina ed arricchito dalla presenza di un Bonus DVD, con riprese dalle prove e dalle registrazioni di "Resurrection" (e qui fa capolino anche Bruce Dickinson, con il quale Halford aveva duettato su "The One You Love to Hate") e di "Live Insurrection", i videoclip di "Made in Hell" (simpatico...), "Betrayal" (professionale ed inquietante), "In the Morning" (malinconico), "Forgotten Generation" (realistico e violento!) ed un paio di episodi live, dove al fianco della recente "Silent Screams", spicca l'inclusione di una "Never Satisfied" d'epoca, visto che risale addirittura a "Rocka Rolla" del 1974, album d'esordio dei Judas Priest.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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