Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2002
Durata:38 min.
Etichetta:Spinefarm
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. VICTIM AND HATE
  2. DETONATION
  3. WEB OF LIES
  4. FANATICAL DEVOTION
  5. FALSE PRIDE
  6. PUNISH WITH DEATH
  7. CORE DEAD
  8. SCREAM

Line up

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Grandioso! Nonostante le numerose e valide uscite di questi ultimi tempi, il debut album in questione dei nipponici King's Evil ha catturato immediatamente la mia attenzione, imponendosi come uno dei miei ascolti preferiti di questi giorni. Attiva dal 1989 (!!), la band capitanata dai fratelli Yamada riesce solamente quest'anno ad arrivare ad una prima pubblicazione quale Deletion Of Humanoise, dopo una lunga storia alle spalle che ha visto i due chitarristi collaborare più volte con band come i Ritual Carnage come session. Abbandonato qualsiasi altro impegno esterno, i King's Evil arrivano finalmente al deal discografico con la Spinefarm e quello che ne esce è un prodotto assolutamente devastante. Il thrash proposto è un insieme di quanto di meglio sia stato composto negli anni passati da band di spicco come Kreator, Sodom o Artillery (in particolare quest'ultimi), solo per citare quelle che sembrano essere le principali influenze della band. Il sound generale è di una spietatezza e una violenza sonora estrema, caratterizzato dal cantato, ruvido e aggressivo, ma soprattutto dall'ottimo lavoro alle chitarre di Wataru e Masa Yamada, i quali dimostrano una grande abilità sia tecnica che compositiva.
Niente trucchi quali trigger, campionamenti e altre trovate tecnologiche ma solo una grande tecnica e tanta, tanta rabbia e passione, compaiono tra gli ingredienti principali di questo Deletion Of Humanoise.
Tutta la brutalità e furia dei King's Evil, alfieri di un thrash figlio diretto degli anni ottanta, traspare fin da subito con la veloce e annientatrice "Victim And Hate" per proseguire in un turbolento vortice sonoro con le successive "Detonation" e "Web of Lies", anche se non mancano episodi più cadenzati e granitici come ad esempio "False Pride".
La struttura dei brani è articolata e efficace, incentrati sui corposi e multiformi riff di chitarra intervallati da gustosi break solistici, il tutto degnamente supportato da un'incisiva e potente sezione ritmica.
Una produzione poco nitida e confusionale offusca in parte il buon lavoro tecnico dei quattro musicisti ma, tutto sommato, quasi ben si addice alla proposta musicale della band, incrementandone brutalità e aggressività.
Un disco quindi decisamente entusiasmante nonché una vera e propria inaspettata rivelazione la quale probabilmente passerà inosservata agli occhi di molti, lasciando a livello underground una band che meriterebbe molto di più.
Per tutti i thrasher invece, un disco assolutamente da non perdere…
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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