Copertina 7

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2007
Durata:43 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SOLAR SOUL
  2. PROMISED LAND
  3. SLAVOCRACY
  4. WESTERN GROUND
  5. ON THE RISE
  6. ALLIANCE
  7. SUSPENDED TIME
  8. WALKYRIES' RIDE
  9. AVEL
  10. QUASAR WAVE
  11. OLYMPUS

Line up

  • Vorph: vocals
  • Makro: guitars
  • Mas: bass
  • Xy: keyboards

Voto medio utenti

Venti anni di carriera, tanti sono quelli passati dai Samael dalla loro formazione ad oggi. Dagli albori segnati da un buon black metal underground e da un ottimo album a nome "Cerimony of Opposite", il gruppo svizzero riuscì a dare alla luce l'incredibile "Passage", punto di svolta del loro sound, con l'introduzione massiccia di campionamenti, tastiere, atmosfere dark ed industriali a creare un generale senso di abbandono cosmico, freddo, tagliente, ineluttabile. Questo stile innovativo, vanamente seguito da altri illustri nomi quali ad esempio i Tiamat, rappresenta il marchio di fabbrica del gruppo da oramai undici anni, e viene riproposto, riveduto e corretto, anche oggi con l'uscita di "Solar Soul". Le undici canzoni proposte hanno il pregio di risultare riconoscibili sin dalle prime note, a partire dalle armonie caratteristiche presenti sin dai tempi di "Rain" e "Jupiterian Vibe" per proseguire con i suoni, sempre magniloquenti e molto teatrali, e con la voce di Vorph, sottile, maligna e declamatoria come al solito. Rispetto al passato però i Samael sono riusciti ad evolversi, sgrossandosi e dando un andamento più fluido alle loro canzoni, grazie anche al grandioso lavoro di Xy alla batteria elettronica, che sembra che sembra tutto tranne che campionata. Inoltre compaiono in misura maggiore diverse melodie classicheggianti, mentre fanno capolino anche alcune partiture di stampo orientale, che contribuiscono a variare e a donare una precisa identità a ciascun pezzo del disco. L'unica cosa che mi lascia perplesso di questo disco è forse la perdita di quell'orrore ancestrale che permeava gli antichi lavori, quella malignità che adesso solo raramente riecheggia in pezzi quali "On The Rise" mentre nel resto del disco si respira una certa aria di commercialità, una parola che stona se associata al monicker Samael. Niente da dire sulla validità di "Solar Soul", disco che consiglio caldamente a chiunque abbia apprezzato gli ultimi lavori degli svizzeri, ma contemporaneamente attendo anche le future evoluzioni del gruppo, sperando di non ritrovarmi per il 2010 a dover ascoltare un disco di EBM o di tecno goth. Sperèm.
Recensione a cura di Roberto 'Robbyy' Corbatto

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