Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:57 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. RIDING TO THE BATTLE (INTRO)
  2. ME, RIVER
  3. THE MAN WITHOUT END
  4. SPATIAL DINASTY
  5. WIND OF WAR
  6. VALLEY OF THE DRAGON
  7. SECRET OF RUNE
  8. I SEE STEEL
  9. CORRUPTED KING
  10. PANDEMONIC RIDE (THE LAST MARCH)

Line up

  • Stefano Galeano: vocals, guitars
  • Alberto Eretta: guitars
  • Roberto Ladinetti: bass
  • Alessandro Oggiano: drums

Voto medio utenti

Bella prova per i nostri (provengono dalla Sardegna, per la precisione da Sassari) Icy Steel che con l'omonimo disco d'esordio si propongono in un Epic Metal dagli evidenti toni retrò dove si prediligono le atmosfere a soluzioni più torride. Già dal primo ascolto del disco si possono azzardare paragoni con i Manilla Road, i Bathory più epici, i primi Manowar ed anche con Warlord e Battleaxe, ma nel complesso gli Icy Steel si rivelano non eccessivamente derivativi.
In qualche passaggio appaiono ancora, direi inevitabili, alcune ingenuità negli arrangiamenti, in alcuni casi prolissi, tuttavia sempre allineati con l'andamento generale del disco. Brani articolati e massicci, ma senza brusche accelerazioni, quindi mai troppo diretti o prepotenti e che, solenni e talvolta oscuri, avvolgono l'ascoltatore scortandolo nel bel mezzo di un'avventura epica.
Buona la prova complessiva del gruppo, con il martellare di Alessandro Oggiano a forgiare l'ossatura delle canzoni (esemplare su "Spatial Dinasty" o "Valley of the Dragon") ed il bravo Stefano Galeano abile ad interpretare le atmosfere delle varie canzoni, dai mid tempo ottantiani "Me, River" e "The Man Without End", alla più lenta "Wind of War", dove Alberto Eretta mette in mostra l'aspetto più melodico e carico di pathos del suo guitarwork.
"Icy Steel" si snoda come un album compatto dove non è affatto facile segnalare quali brani si mettono in risalto rispetto agli altri, anche se credo meriti particolare attenzione la seconda parte del disco, a partire dai toni malinconici e teatrali di "Secret of Rune", ai quali segue poi un vero inno metallico quale si rivela "I See Steel". Gli Icy Steel fanno poi ottime cose anche con gli ultimi due pezzi, e se l'inizio arpeggiato di "Corrupted King" può far pensare agli Iron Maiden più recenti, questo brano prende poi presto inflessioni più vicine agli Omen e sopratutto ai già citati Warlord, infine la conclusiva "Pandemonic Ride (The Last March)", nei suoi 9 minuti di durata, conferma tutta la loro maturità compositiva ed una notevole destrezza esecutiva.
Giustamente gli Icy Steel hanno trovato ospitalità presso l'etichetta tedesca Pure Steel, dando così vita ad un binomio che non potrà che portare a sviluppi interessanti.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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