Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:66 min.
Etichetta:Noise
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. TITANS OF OUR TIME
  2. PROTECTOR
  3. IRONBOUND
  4. CONDITION RED
  5. WARRIOR
  6. MINDFEEDER
  7. WALLS OF FIRE
  8. TALES OF THE BOLD
  9. I WIL BE THERE
  10. NO HEROES
  11. PARADIES
  12. THUNDERBIRD
  13. CRAZY

Line up

Non disponibile

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Quarto lavoro, il primo senza la partecipazione di Kai Hansen, per la band del carismatico Piet Sielck, oramai dedicatosi a tempo pieno agli Iron Savior abbandonando quasi del tutto il precedente lavoro di producer. Non posso certamente reputarmi un grande fan della band tedesca di cui salvo solamente il primo splendido disco; ho sempre giudicato in maniera negativa il combo tedesco, autore a mio parere di lavori ripetitivi sino alla nausea, scevri d’idee ed essenzialmente inutili; in questo senso l’ultimo “Dark Assault” si distingueva dal resto della discografia per un livello qualitativo ancor più scadente. Mi sono avvicinato quindi con estremo scetticismo a “Condition Red”, rimanendo subito negativamente impressionato dalla pessima copertina e dalle ridicole foto di gruppo che ci regalano un Piet Sielck colto in un’espressione più che risibile. Nonostante queste fosche premesse, però, sin dalle prime note della movimentata opener “Titans Of Our Time” è stato impossibile non accorgersi che qualche cosa questa volta iniziava a filare per il verso giusto: mai lo speed power degli Iron Savior è risultato così godibile ed ispirato, ogni singola linea vocale, ogni riff, ogni coro risultano perfettamente incastonati nell’insieme e decisamente gradevoli e memorizzabili. La sorpresa è diventata vero e proprio sbigottimento quando, col procedere del disco, mi sono reso conto che questa volta Piet e soci non ne hanno sbagliato neanche un brano, regalando ai loro fan un disco di puro power, spesso indirizzato su tempi elevati, veramente da manuale. Sugli scudi la performance del drummer Thomas Nack (ex Gamma Ray/ Anesthesia), vero motore ritmico di una band che sulle ritmiche fa un affidamento quasi totale: va riconosciuto infatti agli Iron Savior l’indubbio merito di aver sempre voluto suonare più duri ed aggressivi possibile, rifuggendo soluzioni alla Stratovarius o alla Edguy e traendo indubbia ispirazione da maestri come Accept e Judas Priest. Splendida anche la prova di Piet dietro il microfono, mai così carismatico e convincente, oggi in grado di esprimersi su tonalità molto più variegate rispetto al passato, risultando ora estremamente ruvido e tagliente ora dolce ed evocativo. Tredici brani che portano il quintetto teutonico su livelli mai raggiunti in precedenza, un disco di indubbio valore meritevole di acquisto da parte di ogni amante dell’heavy metal più intransigente e lineare; degna di nota la conclusiva “Crazy”, divertente rifacimento del classico dei Seal, qui proposto in una versione ipervitaminazzata ed estremamente energica. Peccato che la produzione, eccessivamente fredda ed impersonale, a tratti non supporti lo splendido lavoro prodotto dagli Iron Savior e che sulla lunga distanza le composizioni risultino un po’ troppo omogenee fra di loro, ma questi sono solo dettagli: fate vostro “Condition Red” senza alcuna remora... ve lo dice un ex detrattore della band!
Recensione a cura di Francesco 'HWQ' Bucci

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