Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2006
Durata:63 min.
Etichetta:My Graveyard Productions
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. WHERE REIGNS THE SWORD
  2. IN THE NAME OF GOD
  3. SCREAMING SHADOWS
  4. DAMNED SOUL
  5. BROKEN PROMISES (PART I)
  6. BROKEN PROMISES (PART II)
  7. THE HOLY GRAIL
  8. THE SHITS ARE EVERYWHERE
  9. OPEN THE DOORS
  10. THE HOLY GRAIL (PIANO REPRISE)
  11. DARK SHADOW (BONUS TRACK)

Line up

  • Luigi Usai: vocals
  • Francesco Marras: guitars
  • Andrea Giribaldi: guitars
  • Antonio Doro: bass
  • Flavio Fancellu: drums

Voto medio utenti

La My Graveyard Productions ha fatto l'ottima scelta di ripubblicare quest’album degli Screaming Shadows, uscito, sempre con lo stesso titolo "In The Name Of God", come autoproduzione nel corso dello scorso anno. Il gruppo sardo si ripresenta così con un lavoro rimixato, corredato da una nuova grafica ed arricchito anche di una bonus track, "Dark Shadow", un brano che era incluso sul precedente lavoro, "Behind The Mask".
Le altre canzoni sono tutte nuove composizioni che ad ogni modo non spostano di molto l'asse sul quale ruota il sound degli Screaming Shadows, che si basa sempre su di un Heavy Metal decisamente ottantiano… classico, ma dove si avvertono anche influenze power/speed e progressive. L'album si apre comunque su quel gioiellino di metallo puro che si rivela "Where Reigns The Sword", dove si mette già da subito in evidenza l'ottima preparazione del cantante Luigi Usai, che manterrà gli stessi livelli d’eccellenza per tutto il resto del disco.
Segue una "In The Name Of God", più moderna e non troppo lontana da certe soluzioni adottate dai Nevermore e dai Symphorce. Anche le seguenti "Screaming Shadows" (avvincente ed epica) e la lunga "Damned Soul" (articolata e nuovamente sperimentale) mostrano le diverse sfaccettature degli Screaming Shadows, i quali nelle due parti di "Broken Promises" (acustica, tribale ed evocativa la prima e più legata al Power "made in Italy" la seconda) riescono a dare il meglio di se. La melodia e velocità (bel lavoro delle chitarre) sono le caratteristiche di "The Holy Grail", la seguente "The Shits Are Everywhere", adeguandosi al contesto lirico, si incammina su sonorità più corrosive, thrasheggianti, mentre la lunga ed elaborata "Open The Doors” vede gli Screaming Shadows rivolgersi al power/prog. Ancora un breve momento melodico (piano, voce e keys che riprendono "The Holy Grail") e tocca poi alla bonus track "Dark Shadow", giustamente rispolverata per l'occasione (come già detto, era presente su "Behind The Mask"), dato che si tratta di un’ottima canzone, dark, epica e potente, che chiude nel migliore dei modi questo "In The Name Of God".
Gli Screaming Shadows dimostrano di saper suonare, di essere in grado di creare ottime canzoni e di riuscire a diversificare il proprio songwriting (forse pure troppo...) e, anche se si fanno preferire nei momenti più classicamente heavy, lasciano un'ottima impressione.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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