Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2006
Durata:46 min.
Etichetta:Massacre Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. I AM THE WAR
  2. KING OF THE WARD
  3. BEHIND THE GUN
  4. LIVE OR DIE
  5. DISCONNECTED
  6. DR. WICKED (RX O.D.)
  7. INSTITUTIONS
  8. DERAILED
  9. THE GRAIL
  10. NEVER AGAIN

Line up

  • Wade Black: vocals
  • Geoff Gayer: guitars
  • Pete Perez: bass
  • Dean Roberts: drums
  • Eric Halpern: guitars

Voto medio utenti

Riesumati a distanza di un ventennio da quel ‘Street Ready’ che riuscì ad entusiasmare gli amanti del metal al limite dello speed, la band statunitense raccoglie nuova linfa rimescolando le carte in tavola grazie all’ innesto di un vocalist esperto come Wade Black (Crimson Glory, Seven Witches), all’ accoppiata Eric Halpern/Pete Perez rispettivamente al basso e seconda chitarra ma soprattutto diminuendo sensibilmente i giri del motore in favore di un approccio corposo, roccioso e ritmico: il risultato è altalenante anche se il livello compositivo del five-piece rimane sensibilmente al di sopra della media.
‘World Asylum’ colpisce per la compattezza sonora che fin dall’ opener ‘I Am The Law’ eleargisce con parsimonia assoli al fulmicotone, devastanti accellerazioni e tentativi di anthem di classico taglio a stelle e striscie tanto in voga due decenni orsono con gruppi come Racer X.
Quel che francamente non si riesce a digerire è la pressochè totale mancanza di personalità del singer chiamato a sostituire lo storico Michael Olivieri, Wade Black in più di una circostanza appare impacciato nel tenere testa ai riff poderosi sostenuti da fill di batteria granitici.
Dopo aver “stuprato” (musicalmente parlando s’intende) un platter valido come ‘Astronomica’ firmato Crimson Glory, il povero Wade sforna un’altra prova a chiaroscuri: ottimo l’approccio della poderosa ‘Behind The Gun’, rivedibile l’uso di tonalità stridule alla Rob Halford nella successiva ‘Live Or Die’.
Il resto del gruppo macina incessantemente chilometri e chilometri di heavy metal classico, tra l’altro divinamente prodotto, a cui non manca il tiro ed il piglio assassino (ascoltare per credere ‘Disconnect’) anche se una omogeneità di fondo nelle soluzioni finisce alla lunga per stancare l’ascoltatore.
Un plauso alla scelta di attualizzare i suoni di batteria e chitarra, una tiratina d’orecchie al missaggio che lascia spesso sullo sfondo le parti vocali amplificando a dismisura la sezione ritmica (chitarra compresa), pollice verso alla assoluta assenza di chorus riconoscibili al primo colpo in grado di sferrare il colpo finale ai nostri padiglioni auricolari.
Nel complesso un gradito ritorno nello scialbo panorama odierno aspettando fiduciosi il degno successore di ‘Street Ready’.
Recensione a cura di Alessio Minoia

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