Copertina 6

Info

Anno di uscita:2005
Durata:41 min.
Etichetta:The Oath
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. LOADING...
  2. ONLY MACHINES
  3. THE ARMY OF DARKNESS
  4. DARK SOUL
  5. M.R.E.H.
  6. A.I.
  7. THE PLANET OF SORROW
  8. CHAINS OF DEATH
  9. ANOTHER DIMENSION

Line up

  • Alastor Machine: vocals, guitars, bass, drums & programming

Voto medio utenti

Dopo un'orribile intro di un paio di minuti - condita da effetti e risate francamente trascurabili - prende forma il delirio mentale di Alastor Machine. Industrial black metal che ho letto descritto come la naturale continuazione della svolta dei The Kovenant. Una definizione non molto precisa, a mio parere, visto che la musica dei Program 4 vira decisamente verso l'aggressività e il rumorismo, pur senza rinunciare a quell'effettistica che rende il prodotto in sé più facile da digerire. La formula in realtà non contiene nulla di nuovo: chitarre possenti, ritmiche marziali con basso pulsante, uno screaming ultra effettato... cosa ci potremmo aspettare di nuovo da questi ingredienti? Tuttavia il pregio della musica dei Program 4 è quello di riuscire ad estremizzare in maniera particolare il concetto, grazie ad un ragionamento semplice e allo stesso tempo efficace. Rendendo più incisive le partiture aggressive, esasperando i tempi grazie all'uso di un drumming (ovviamente sintetico) martellante, addolcendo molto invece i momenti di stacco, Alastor Machine è riuscito a creare un contrasto che si sorregge e si bilancia in maniera credibile. Sembra in alcuni punti di ascoltare i Cradle Of Filth dei tempi d'oro, con quella spiccata dicotomia concettuale contesa tra violenza e romanticismo. Tuttavia "Loading Devastation" è lontanissimo dall'essere quel debutto complesso e maturo, quel capolavoro innovativo capace di portare il black metal italiano ad un nuovo livello... anzi, molto lavoro resta ancora da fare per dare un'identità a dei pezzi che dopo i primi ascolti non lasciano nulla (anche per via del genere freddo e sterile) impresso nell'ascoltatore. Resta un buon album con molti punti da migliorare, compreso l'aspetto della presentazione che con una copertina del genere non può certamente dirsi riuscito.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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