Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:47 min.
Etichetta:Earache
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. BROKEN SKIN
  2. WAY TOO WICKED
  3. THE GRUDGE
  4. DECADENT & DESPERATE
  5. THE WORST IN ME
  6. GIBBER
  7. TWIST THE KNIFE
  8. THE LONELIEST THING
  9. LE PETIT COCHON SORDIDE
  10. ASTHMA

Line up

  • Mortiis: vocals, synths, programming, sound design
  • Levi Gawron: guitars
  • Asmund Sveinunggard: guitars
  • Leo Troy: drums

Voto medio utenti

Mortiis è tornato di nuovo tra di noi. Dopo due anni da ‘The Smell Of Rain’, album che ha segnato la svolta pesantemente elettronica del Troll norvegese, eccone l’attesissima sequela intitolata ‘The Grudge’. Le prime parole che mi vengono in mente per descrivere il secondo album di questa Era 2 sono difficile, bizzarro ed affascinante… il bello è che mi è quasi impossibile discernere un termine dall’altro, in quanto ‘The Grudge’ è in grado di esprimere tutti i concetti che si celano dietro queste tre magiche parole, all’unisono. Mortiis, inteso ora come la band Mortiis (oramai la line up è stabile a 4 elementi), è oramai catalogabile semplicemente con Industrial, fondamentalmente Dark, ma di quello bello tosto e granitico, con tanto di voci filtrate, beat fangosi e pulsanti, chitarroni spianati, loop cerebrali, atmosfere malate, inquietanti trasformazioni emotive ed onde sonore post atomiche mica da ridere. Appena spinto play su tasto del lettore cd, una colata Industrial si rovescia sull’ascoltatore, dall’opener ‘Broken Skin’ (che sale come un’ombra al calar del sole, trasformandosi subitamente in una sofferenza sudicia e catramosa, spezzata da sofferenti break puliti) alla più groovie ‘Way Too Wicked’, che vede la voce di Mortiis incisiva ed urlata come non mai. La terza song, ‘The Grudge’ ripulisce il sound dalla sporcizia sonica lasciata dalle prime due songs, portando il mood su elementi più elettronici e danzerecci, in cui spicca un chorus ed un inserto vocale femminile terribilmente coinvolgenti. Rabbia, pura violenza Electro Punk e substrati Jungle caratterizzano ‘Decadent & Desperate’, per poi entrare nelle atmosfere dilatate ed acide (per non dire lisergiche) di ‘The Worst In Me’, canzone ricca di paranoia. ‘Gibber’ riprende il discorso lasciato in sospeso da ‘Decadent & Desperate’, anche se le coordinate più ‘A Billy sono marcate. ‘Twist The Knife’ chiude il poker centrale di passaggio di testimone tra le varie atmosfere presentate, mentre la ballad del dischetto, se di ballad si può parlare è rappresentata da ‘The Loneliest Thing’, in cui i retaggi elettronici ’80 sono più vivi che mai… retaggi che in ‘Le Petit Cochon Sordide’ si fanno più incalzanti, fermandosi una inezia prima del tetto Techno Metal (l’alta danzabilità è comunque assicurata). Poi tutto si spegne nei lidi di ‘Asthma’, un outro che già lascia le nebbie sulfuree fin ora create, libere di insediarsi sulla prossima fatica discografica di Mortiis. Ancora una volta, quando stiamo parlando di contaminazioni Industrial, le band che mi vengono in mente sono Nine Inch Nails, Ministry e KMFDM, ma semplicemente parlare di Mortiis solo per paragonarlo a questi mostri sacri del genere mi sembra alquanto limitativo e minimale: la band norvegese inizia a scintillare di luce propria, inseguendo una propria visione musicale alquanto ardua e pesante da digerire al primo ascolto, ma, credetemi, accettare la sfida lanciata dal “parasire god” non può far altro che entusiasmare, vista l’alta qualità di ogni singola composizione che forma questo germe “after tomorrow” di ‘The Grudge’. Mortiis può cambiare sound, può sistemare il suo look, farsi nuovo, volare tra castelli medievali, gole di orchi o piombare da un altro pianeta in un futuro post atomico delle ere future, ma rappresenta sicuramente un patrimonio musicale da assaporare e da ammirare, indipendentemente dalle orecchie a punta o dal completo in pelle in stile Interceptor, Il Guerriero Della Strada.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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