Vena, moniker di Vincenzo Ingraldo, fondatore del progetto God In Panic, “rigurgita la sua creatività delineando uno stile ricercato. I tratti distintivi delle sue prime produzioni sono la trasparenza e la rotondità dei suoni, in cui si amalgamano caleidoscopiche esperienze di inquietudine interiore tracciando creature allucinate e devianti che incantano all’ascolto”.
Agli inizi degli anni ‘90, il musicista siciliano, comincia la sua militanza in varie band locali, esibendosi in vari contest e ottenendo anche rilevanti riconoscimenti.
Principalmente influenzato da David Bowie, Nick Drake e Jeff Buckley, da Joy Division e Bauhaus e successivamente da artisti esponenti del folk apocalittico come Current 93, Sol Invictus e Death In June, ha iniziato a dedicarsi con una passione sfrenata alle proprie produzioni artistiche e al songwriting, sviluppando uno stile unico.
Nel 2006 fonda i Gula Mons e poco dopo il progetto post-rock Der Fluß, dove cominciano a svilupparsi tessiture musicali più acide e rumoristiche, dando all’artista uno stampo ancor più sperimentale, che troverà la sua massima espressione e maturità nei God In Panic (2010).
Il “Dio nel Panico” nasce da un’ispirazione più industrial, che plasma a tratti riferimenti neofolk, dark ambient e avant-garde.
Pubblicato nel 2014 dall’etichetta indipendente Gula Mons Records, “Of Memories and Nothingness” è il primo full-length firmato God In Panic.
Un disco intimista e visionario, allegoria di un cammino introspettivo nei labirinti della mente: in questa dimensione si celebra il Nulla, il suo mistero e il suo fascino inesplorato, metafora di morte, culmine dell’esistenza. “Il suo suono è tormentato, i beat industriali quasi desolanti nel loro contrapporsi all'elegia della chitarra classica, il suo sapore dark ambient ossessivo quasi come i mantra vocali che Vena recita come un moderno sciamano metropolitano”.