Siamo vicini alle festività e cosa c’è di meglio per festeggiare che avere tra le mani il nuovo parto creativo dei doomsters liguri?
Questo nuovo lavoro è l’ennesima pietra tombale, dura, oscura e senza libertà di alternativa, perché nel mondo di sotto creato dal terzetto ci sono solo cadaveri, cimiteri, il lugubre rifulgere dei lumini e qualche abitante felino, l’unico vivente.
Qui si va passo passo, lentamente come la cadenza doom, celebrata dal salmodiare profondo del buon
Regen Graves e dall’organo che richiama atmosfere da horror gotico baviano anni 60.
Qui tutto è listato a lutto, coi drappi violacei appesi, culti segreti nelle nicchie o nelle cappelle che adornano i cimiteri ed oscure presenze che penetrano al crepuscolo per quei cancelli.
Entrate anche voi nel sottomondo, diventate apostoli della portatrice dell’inesistenza.
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