Copertina 7

Info

Anno di uscita:2025
Durata:26 min.
Etichetta:Jawbreaker Records

Tracklist

  1. POLTERGEIST NEW
  2. LORD OF LIES
  3. MASS ABUSE OF POWER
  4. EVIL IS REBORN
  5. DEAFENING SOUND (LIVE)
  6. FORBIDDEN OF SPEECH (LIVE)

Line up

  • Valter Ernerot: guitars
  • Lucas: guitars, vocals
  • Morgan Ottenvang: drums
  • Edvin Mossfeldt: bass

Voto medio utenti

Con quale ferocia gli svedesi Disarray si ripresentano sulle pagine di Metal.it dando seguito al loro album, "Religious Disease" uscito giusto un anno fa, sempre per la Jawbreaker Records, e del quale non solo ricalcano la proposta violenta del più viscerale Thrash Metal ma vanno anche a riprendere in versione live "Forbidden of Speech", mentre dal precedente MLP "Evil is Reborn" (autoprodotto, del 2023), recuperano "Deafening Sound", sempre dal vivo, cui si aggiunge la ri-registrazione della stessa titletrack.

Ma il pezzo forte di "The Darkening" è la sua prima metà, quella composta da tre inediti, e come già lasciato intendere l'opener "Poltergeist" è un brano che non può che ribadire i concetti espressi nei confronti di "Religious Disease": un riuscito punto d'incontro tra la furia iconoclastica dei primi Sodom, Kreator o Exumer ed un approccio che guarda oltreoceano, a formazioni come i vari Sadus, Forbidden e Sacrifice.
Stesso discorso, seppur espresso a velocità meno esasperate che si può estendere al mid-tempo "Lord of Lies", con quel suo guitarwork che tanto sa di Dark Angel, mentre poi con "Mass Abuse of Power" si torna a correre per le acciaierie di Essen, sferzati dalle chitarre di Valter Ernerot e Lucas Lee, ed accompagnati da un refrain che mi ha ricordato non solo i Darkness ma anche i Tankard.

Finiti i pezzi nuovi, ecco il rifacimento della datata "Evil is Reborn", altra scheggia impazzita spinta all'esasperazione dal drumming di Morgan Ottenvang, e infine le due testimonianze live della formazione svedese che pare trovarsi assolutamente a proprio agio anche sulle assi del palco.

Sarà solo un Mini di sei pezzi, di cui la metà già edita, ma l'impatto e lo Scompiglio creato dai nuovi brani dei Disarray non può certo lasciare indifferente.

Un bel (e tonante...) segnale, e se non hanno ancora messo in campo quella personalità che avevo sollecitato in occasione di "Religious Disease", i miglioramenti, pur a fronte di un minutaggio contenuto, sono indubbiamente evidenti.

È stato un piacere... to kill!



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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