Copertina 8

Info

Anno di uscita:2025
Durata:44 min.
Etichetta:Svart Records

Tracklist

  1. FEED THE HAND
  2. WATHCFUL EYE
  3. FIVE AND TWO
  4. MY BLUE VEINS
  5. STAY WITH ME
  6. SETTLE DOWN
  7. I DISAPPEAR
  8. A NEW MOON RISING
  9. SCOTOMA
  10. NAILED TO THE SKY
  11. TOMORROW COMES TOO SOON (BONUS TRACK / DIGITAL ONLY)

Line up

  • Jon Jefford: guitar
  • Dan Jefford: drums
  • Josh Neuwford: vocals
  • Brett Halsey: bass
  • Mark Fuller: guitar

Voto medio utenti

Nell’affollato macrocosmo sonoro che attinge a piene mani dal passato del rock, distinguersi è diventata un’impresa titanica e non è sempre facile tentare di spiegare “a parole” la differenza che passa tra un gruppo dedito ad una forma di riciclaggio accurato ma sterile da uno che invece ha veramente metabolizzato i luoghi comuni del genere e li ha trasformati in proficua tensione emozionale.
È una questione che verosimilmente afferisce più alle sensazioni che non a dati in qualche modo “oggettivi” e sulla base di tali percezioni ritengo i The Lunar Effect una di quelle formazioni in possesso di un flavour artistico “speciale”, di un tipo che in passato ha reso Soundgarden, The Tea Party, Wolfmother e Graveyard grandi transcodificatori della tradizione del rock duro dalle velleità ipnotiche e “allucinogene”.
Cresciuti in consapevolezza e pluralità espressiva rispetto al già ottimo “Sounds of green & blue” i londinesi affidano a “Fortune's always hiding” tutta la loro passione per i late-sixties e i seventies, intridendola però di una “magia” che converte i cliché in brividi di soddisfatto straniamento.
E poi, come anticipato, c’è anche un piccolo ma significativo ampliamento (forse sarebbe meglio parlare di consolidamento …) delle fonti ispirative, che oggi consentono di materializzare in maniera piuttosto nitida l’effige dei Radiohead nella languida “I disappear” e nella bonus-trackTomorrow comes too soon” o addirittura, in forma più sfumata, la figura dei Franz Ferdinand in “Scotoma”.
Anche nei momenti stilisticamente più consoni al settore, vedasi i vapori lisergici di “Feed the hand” o i chiaroscuri magnetici di “Wathcful eye”, i The Lunar Effect riescono a fornire una “loro” visione di temi noti, esattamente come accade in “Five and two” impregnata di elettricità Led Zeppelin-esca alla maniera di certi Rival Sons.
My blue veins” avvolge l’astante in sbuffi circolari di fumi blues, che si convertono in vaporosità vagamente Lennon-iane in “Stay with me” e diventano pulsanti foschie di natura grunge in “Settle down”.
L’apice dello “stordimento” lo si raggiunge nella litania orbitale denominata “A new moon rising”, mentre in “Nailed to the sky” soavi percorsi melodici si aprono in progressioni di marca Black Sabbath.
Concluso il reiterato ascolto di “Fortune's always hiding”, rimane netta e imperiosa la “sensazione” di avere a che fare con una band che non ha ancora raccolto tutto quello che legittimamente merita, e che trascurare, magari a beneficio di qualche nome più cool e reclamizzato, è da annoverare tra i (tanti) “crimini” che contraddistinguono il rockrama contemporaneo.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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