Secondo album per questi agguerriti messicani fautori di un HM classico, non molto originale, ma ben suonato.
Col nuovo cantante Raiden Lozenthall tra le fila, la band ne esce sicuramente rafforzata, l'ugola del nostro è potente e chiara ma sa essere aggressiva quando serve, il tutto dona più respiro al lavoro. Diciamo subito che le influenze dei Jet Jaguar sono riconducibili ai Maiden ed agli Helloween per la doppia cassa a manetta tipica del genere Power, ma non c'è una emulazione ( per fortuna ), al contrario i
Jet Jaguar ci mettono del loro con composizioni nelle quali i riff sono taglienti, le melodie e le linee vocali mai banali dimostrando anche una notevole tecnica nei solos come nella velocissima "
Mach 10" o in "
Fool's Paradise o nel funambolico solo di "
Call of the Fight". Echi di RJ Dio li troviamo nella strumentale "
Hollow Drive", il disco si muove su composizioni che non scendono mai al di sotto di un'ampia sufficienza, di fillers non ne troviamo ed anzi l'ascolto risulta sempre piacevole. Punti di eccellenza non ne ho trovati ma, invece, una perseveranza di fondo che rende il lavoro coeso e in grado di soddisfare sia i "true metalheads" che gli amanti di sonorità più melodiche ( come nell'ottima tiletrack ) o più classicamente heavy ("
Disposable Minds", "
Evil Within"). Da notare infine la lunga (quasi 8 minuti) ed articolata "
Anthropocene" che si muove tra arpeggi acustici, parti elettriche, ed un bridge centrale potente ed orchestrale.
Un gruppo semi sconosciuto questi
Jet Jaguar che meritano però tutto il vs ascolto.
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