Assassin - Interstellar Experience

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Info

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Anno di uscita:1988
Durata:non disponibile
Etichetta:SPV / Steamhammer

Tracklist

  1. ABSTRACT WAR
  2. AGD
  3. A MESSAGE TO SURVIVE
  4. PIPELINE
  5. RESOLUTION 588
  6. JUNK FOOD
  7. INTERSTELLAR EXPERIENCE
  8. BAKA

Line up

  • Robert Gonnella: vocals
  • Dinko Vekic: guitars
  • Michael Hoffmann: guitars
  • Markus Ludwig: bass
  • Frank Nellen: drums

Voto medio utenti

Secondo album per i tedeschi Assassin, registrato nel gennaio 1988 "Interstellar Experience", ai Music Lab Studios di Berlino assieme a Harris Johns. I passi in avanti rispetto al pur buono "The Upcoming Terror" sono notevoli, sia nel songwriting che nell'esecuzione tecnica. Gli Assassin del 1988 sono una band indubbiamente più matura, che ha imparato come si possa essere violenti e veloci pur con una buona pulizia esecutiva; rispetto al debutto, molto derivativo e vicino al classico sound thrash tedesco dei primi Kreator e Destruction, "Interstellar Experience" sembra guardare con manifesta simpatia al thrash d'oltreoceano, e lo si capisce anche leggendo i testi del disco, che abbandonano temi canonici del metal più violento ed estremo per dedicarsi ad attualità, denuncia sociale, con una punta di cinismo come in "AGD" o "Baka", o a testi più ironici in stile Anthrax, come per la spettacolare e americanissima "Junk Food".
Musicalmente vi è un parziale abbandono delle sfuriate grezze di "Bullets" ed un approdo ad un riffing da mosh, a ritmi spesso basati su up-tempos trascinanti e a cori in stile "Among the Living"; chiaro esempio di questa evoluzione degli Assassin è "AGD", nella quale abbiamo tutti questi elementi, ma anche una manciata di soluzioni chitarristiche di spessore, come nella lead di apertura o nel solo, brillante e notevole, specialmente se confrontato alle cacofonie (per quanto espressive, a loro modo) di "The Upcoming Terror". In "A Message to Survive" gli Assassin vanno ben oltre ad un semplice mix tra le proprie origini teutoniche e il sound newyorkese, creando una sorta di caothical/thrash/speed metal, già accennato nella opener "Abstract War": strutture articolate e apparentemente confusionarie, basate su velocità esasperate realizzate con cura estrema, grazie anche al drumming violento ma estremamente preciso di Frank Nellen. Da segnalare, in "A Message to Survive", l'apertura marziale centrale, un'esplicita e dichiarata citazione dei Deep Purple. "Resolution 588" affronda temi delicati quali la situazione mediorientale, nello specifico la guerra tra Iraq e Iran (1980-1988); il titolo richiama, infatti, direttamente alla risoluzione numero 588, approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite l'8 ottobre 1986. Decisamente più leggeri i temi affontati in "Junk Food", semi-demenziale song di chiara derivazione americana, a cavallo tra S.O.D. e Anthrax, pur senza perdere di vista le proprie origini e abbandonare del tutto lo stile di "The Upcoming Terror". La strumentale title-track, chiusa poi da rumori e suoni "alieni" degni dei migliori Agent Steel, introduce l'episodio conclusivo del disco, "Baka", breve songs di choatical thrash, veloce e ossessivo, spezzato solo dei cori d'impatto del refrain.
Inutile dire che la produzione, affidata al guru Harris Johns, è nettamente superiore a quella del primo Lp: nitida, ben bilanciata, ma ugualmente potente e aggressiva. Questo secondo full-length della band è un disco con i controcazzi, e tutte le carte in regola per piacere ai thrashers d'annata, anche se chi conosce solo il debutto potrebbe rimanere inizialmente spiazzato dal cambiamento di sound; per quanto mi riguarda, preferisco "Interstellar Experience", a mio avviso più maturo e personale di "The Upcoming Terror". Ovviamente se non conoscete nulla della band tedesca, non fateveli scappare entrambi, perchè sono un capitolo fondamentale della storia del thrash tedesco, nonchè, naturalmente, due album stupendi.
Recensione a cura di Lorenzo 'Txt' Testa
Che calo dal precedente!

Album formalmente corretto e pulito, ma dai contenuti ben già sentiti dall' altra parte dell' Atlantico, non vi sono in questo disco tracce memorabili o uno stile personale (come invece esplicitato in recensione); al contrario il precedente e durissimo debutto si rivela personale quanto serve e con una dose di tiro piuttosto considerevole, aderendo appieno al filone teutonico senza scimmiottare nessuno.

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