Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:38 min.
Etichetta:Awakening Records

Tracklist

  1. AGONIC TORMENTOR
  2. SUMMON THE NAMELESS ONES
  3. MARCH OF THE UNDEAD
  4. PROCLAIMED AMONG THE WICKED
  5. DUST
  6. DAWN OF THE PRIMITIVE AGE
  7. DESCENDING WINGS OF PERVERSION
  8. EYES OF REVELATIONS
  9. EVERLASTING VOID
  10. …FROM THE CRYPT

Line up

  • Cryptic Molestor: vocals, guitars
  • Pestilence Breeder: guitars
  • Skullreaper: bass
  • Speedhammer: drums

Voto medio utenti

Spagna: tutto sole, flamenco e corrida? A quanto pare no, almeno stando al messaggio che vogliono mandare i Nuclear Revenge, un agguerrito combo proveniente da Vitoria-Gasteiz, regione Basca, che con il loro black/thrash metal cercano di portare un po’ di oscurità sulla ridente e caciarona penisola iberica.

Ispirati palesemente dai primissimi Possessed, Vulcano e Kreator, senza tralasciare qualche influenza più recente come i tedeschi Nocturnal, ci propongono il loro secondo full length “Dawn of the primitive age”, licenziato a Marzo 2021 dalla Headsplit Records in cassetta e poi ristampato in CD dalla Awekening Records e successivamente in vinile dalla Helldprod Records.

A questo punto la domanda è lecita: ci troviamo di nuovo davanti all’ennesimo gruppo clone? Assolutamente no. Per quanto le influenze di cui ho parlato escano fuori abbastanza spesso, e per quanto, ovviamente, questo sia un disco assolutamente di nicchia, riservato solo a chi accetta l’approccio retrò che hanno i nostri, i Nuclear Revenge riescono a riplasmare la materia in maniera interessante, proponendo diversi ottimi spunti che rendono l’album più che sufficiente.

Chiaramente la base di partenza è il thrash metal più grezzo e oltranzista, ma a questo il gruppo aggiunge delle sferzate blackose e dal piglio sinistro che rendono le composizioni più oscure e maligne e assolutamente in tema con la copertina dalle tinte dichiaratamente old school, come nel caso di “March of the undead”, della conclusiva “…from the crypt” o della titletrack. Ma c’è spazio anche per un brano più ragionato e, a tratti, d’atmosfera come “Eyes of revelation”, dove la band dimostra di non essere solo pestona ma di saper ordire trame cupe e putride con una certa intelligenza.

Insomma, “Dawn of the primitive age” non sarà certamente un capolavoro assoluto, e difficilmente entrerà negli annali del genere, ma se vi piace di tanto in tanto ascoltare gruppi nuovi e di livello e soprattutto se amate le sonorità descritte finora, potete senza dubbio dargli una chance, i ragazzi meritano…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.