Triumph Of Death - Resurrection Of The Flesh Live

Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2023
Durata:55 min.
Etichetta:Noise Records/BMG

Tracklist

  1. THE THIRD OF THE STORM (EVOKED DAMNATION)
  2. MASSACRA
  3. MANIAC
  4. BLOOD INSANITY
  5. DECAPITATOR
  6. CRUCIFIXION
  7. REAPER
  8. HORUS/AGGRESSOR
  9. REVELATIONS OF DOOM
  10. MESSIAH
  11. VISIONS OF MORTALITY
  12. TRIUMPH OF DEATH

Line up

  • Tom Gabriel Fischer: vocals, guitars
  • André Mathieu: guitars
  • Jamie Lee Cussigh: bass
  • Tim Iso Wey: drums

Voto medio utenti

I Triumph Of Death sono un tuffo nel passato remoto del metal estremo; un tuffo vero e proprio nei ricordi di Tom G. Warrior, mente creativa dei Tryptikon ma soprattutto dei grandi Celtic Frost.
Questo album live registrato in più località è un sincero omaggio ad una stagione finita da un pezzo ma soprattutto è un definitivo saluto alla primissima formazione del nostro, ovvero i seminali Hellhammer.
Una formazione durata molto poco, due anni, dal 1982 al 1984 ma che seppe gettare i semi del movimento black metal che nascerà qualche anno dopo e non solo.
In questo disco dal vivo sono stati selezionati con cura i brani, dall’incipit virulento “Third of the storms (Evoked Damnation)", alla pesantissima “Blood insanity”, passando per la doom oriented “Horus/Aggressor”.
Il pubblico risponde omaggiando i nostri con i tipici “Uh!” coniati e divenuti leggendari dal musicista elvetico, basti sentire la poderosa “Maniac” per riconoscerli.
Ma non solo in coda compare pure un brano che diverrà parte dei Celtic Frost, nati dalle ceneri degli Hellhammer stessi, ovvero “Visions of mortality”.
Qui sono proposte tutte le composizioni contenute nell’unico lascito ufficiale di questa leggenda europea, ovvero l’Ep “Apocalyptic Raids”, chiude il tutto il brano che da il nome alla formazione.
La produzione è chiara e potente ed è un piacere ascoltare il timbro ribassato della chitarra divenuto un marchio estremo e preso d’esempio da una pletora di formazioni che si sono ispirate a questo suono.
Tirando le somme, disco che forse mette il punto su una formazione morta e sepolta ma che ha saputo creare un’onda lunga nonostante il breve tempo di vita creativa, perciò se volete riassaporare un periodo genuino del metal fatelo vostro.

Recensione a cura di Matteo Mapelli

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