Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2023
Durata:36 min.
Etichetta:Rockshots Records

Tracklist

  1. SEASON OF THE WITCH
  2. THE DARK PASSENGER
  3. WHAT DID YOU EXPECT?
  4. MOON OF BLOOD
  5. AFTER DARK
  6. WHAT WE DO IN THE SHADOWS
  7. DEATH WISH
  8. THIS IS MY YARD
  9. FALLING IN SLOW MOTION
  10. SKY BURIAL

Line up

  • Claudio Ravinale: vocals, all instruments

Voto medio utenti

Progetto solista di Claudio Ravinale (5 Star Grave, Disarmonia Mundi, The Stranded), gli Infernalizer arrivano a toccare il secondo album in studio, intitolato 'After Dark'. La proposta offerta è un heavy metal corredato da tinte horror, gotiche che cercano di richiamare un po' quello stile alla King Diamond e allo shock rock di Alice Cooper o Wednesday 13, ma che nel concreto non riescono mai a raggiungere fermandosi più a un atteggiamento musicale che ricorda i Lordi, misto a band Power Metal più recenti. Non che questo debba essere necessariamente visto come un male, visto che nella sua brevità (meno di 40 minuti), il disco funziona e anche assai bene, regalandoci canzoni immediate, senza particolari necessità di attenzione per passaggi intricati, con melodie assai catchy. Al contempo però, questo può essere considerato un po' il problema per il quale questo album difficilmente rientrerà nelle top di fine anno.

La voce di Ravinale si pretsa ad esere molto elastica, riuscendo a passare da tonalità più espressive, calde come possono essere quelle su 'Falling In Slow Motion', dove il mix con la voce femminile presente è assai azzeccata, ad altre dove invece ricorda in maniera identica quella di Mr. Lordi, si prenda ad esempio 'Wat We Do In The Shadows' o 'The Dark Passenger'. Ho parlato dell'immediatezza di tutti i pezzi, e confermo, ma la falla in tutto ciò è che viene ripetuto troppe, troppe volte nel medesimo modo. Se si ascolta 'Moon Of Blood', per dirne una, ci si renderà conto che la formula usata è sempre quella del mid tempo standard con esplosione del ritornello. Un songwriting abbastanza banale quindi che, pur essendo aiutato in alcuni casi da delle azzeccate tastiere qua e là, non fa mai andare 'After Dark' allo step successivo. Il che è un peccato, dato che comunque si sente che Ravinale si è messo di impegno in ogni pezzo, curando anche alcuni assoli in maniera magistrale, come su 'This Is My Yard'.

Un disco sicuramente divertente e coinvolgente da sentire una o due volte, ma che difficilmente vi resterà in mente per molto tempo. Si spera in un maggior salto qualitativo per la prossima volta.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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